giovedì 17 gennaio 2013

Quando il latte materno sembra proprio non esserci

E' difficile descrivere ciò che si prova quando si scopre di essere incinta, forse solo chi l'ha provato riesce a capire ciò che voglio dire. Improvvisamente ci si proietta al di fuori di se stesse, si vedono le cose non più "per me" ma per ciò che si accoglie nel grembo. Il tuo bambino, il tuo futuro, ciò che continuerà a vivere di te quando non ci sarai più.
Per lui cerchi il meglio, inizi a guardare il mondo da un punto di vista diverso, lo vedi non più come ciò che stai vivendo ma come ciò che lascerai a lui. Anche se è importante non perdere di vista la propria persona, la cura di se stessi e i propri interessi, inevitabilmente tutto inizia a ruotare intorno al mondo dei bambini, ai prodotti per l'infanzia, alle letture sulla puericultura, ai siti di mamme e di bimbi.

Così anche io, quando scoprii di aspettare Lorenzo, mi sono documentata su tante cose, prima tra tutte l'allattamento. Non ricordo se l'ho già segnalato, comunque voglio consigliare a tutte le future mamme il libro di Carlos Gonzales "Un dono per tutta la vita": è la lettura che più mi ha aiutata, sia per l'allattamento che per tutta la linea educativa da seguire con i miei bambini. Forse alcuni punti di vista sono un po' "radicali", tutto ovviamente è da prendere con le pinze e soprattutto da adattare alle prioprie esigenze o ai propri modi di pensare.
L'allattamento di Lorenzo e quello di Gabriele non hanno riscontrato particolari difficoltà. Ovviamente ci sono state le classiche domande "Ma hai abbastanza latte?" "Sicura che il tuo latte sia abbastanza nutriente?" "Possibile che abbia già fame?!" "Lo stai viziando"... e ce ne sarebbero a milioni di frasi da riportare. Forte di ciò che avevo letto e forte di bambini che crescevano al ritmo di almeno un chilogrammo al mese, con due guaciotte tutte da sbaciucchiare e il viso che era il ritratto della salute, sono sempre andata avanti per la mia strada facendomi scivolare addosso ogni commento non gradito.
Con Federico mi aspettavo la stessa storia delle due precedenti esperienze, e invece, come ho finalmente capito, non si smette mai di imparare, nemmeno dopo due figli. Federico nei suoi primi due mesi di vita è cresciuto molto poco, stava attaccato al seno per un'ora di seguito e molto spesso richiedeva di ciucciare dopo un'ora da quando si era staccato. Piangeva piangeva piangeva, alla sera era destabilizzante, la gestione di un neonato così "appiccicoso" con altri due bambini piccoli non era affatto semplice. Sì, me lo sono chiesta: "Avrò abbastanza latte??". Proprio quella domanda che ho tanto odiato, a cui pensavo ci fosse una risposta sola, ovvero "Tutte le mamme hanno il latte", girava nella mia testa. Eppure quel che ho letto mi diceva di sì, che il latte di mamma è sempre adeguato alla richiesta, che il bambino sa cosa fa e sa quando attaccarsi al seno. Ciò nonostante una sera, in preda ai suoi pianti, gli ho preparato un biberon di latte artificiale e se l'è bevuto tutto d'un fiato. Ecco, lo sapevo, non ho abbastanza latte, ok, ci sta, sono stanca, ho altri due figli, ho un'attività da portare avanti...
Eppure... eppure no, non ci credo. Eppure il latte dal tiralatte esce, eppure ho letto che il latte "non sostanzioso" non esiste. Devo resistere.
E così ho fatto. Ho tirato avanti due mesi, in cui Federico cresceva a malapena di 100g a settimana, in cui Federico stava attaccato al seno tante ore, in cui avevo perso il conto del numero di poppate giornaliere. Ed ora eccomi qua, con un allattamento al seno "esclusivo", anche se ho firmato un patto con il tiralatte...


Questo post lo voglio dedicare a tutte quelle mamme che, come me, si chiedono se ciò che scrivono i libri sull'allattamento sia vero oppure no. A tutte quelle mamma voglio dire che a volte il latte sembra proprio non esserci, e forse anche io, fossi stata al primo figlio e un pochino meno informata sull'allattamento, avrei ceduto al biberon. Però vale la pena non mollare. Vale la pena non ascoltare ciò che la gente disinformata dice, vale la pena stringere i denti e vivere molte ore al giorno con un neonato attaccato al seno. Ho allattato per oltre un anno entrambi i miei figli e ho ricordi bellissimi di quei momenti, così come adoro adesso avere Federico incollato a me, sentire il suo profumo, accarezzare i sui finissimi capelli, vedere i suoi occhi abbandonarsi al sonno mentre ciuccia beato...
Forza mamme, ce la potete fare! Fare la mamma è il mestiere più difficile del mondo, fin da subito!

3 commenti:

  1. Ciao! Volevo confermare quanto dici. Io ho deciso di allattare al seno due gemelli e sono stati mesi moooolto impegnativi. In effetti avevo già fatto un'esperienza precedente e quindi ero serena sulla scelta e sufficientemente scafata per gestire la situazione. Il maschietto non ha voluto mai nient'altro che il seno e ho continuato ad allattarlo (più che altro come consolazione) fin verso i 15 mesi. Poi per disperazione mi sono eclissata dalla camera da letto una notte e ha smesso di svegliarsi per prendere la tetta iniziando a dormire in modo più continuativo. Per la bimba che è nata molto piccola ho fatto ricorso qualche volta al biberon senza patemi d'animo ma in ogni caso non volevo fare discriminazioni fra i due. Ogni volta mi segnavo la posizione e li scambiavo di posto. Tutto ciò per dire che ho sperimentato in prima persona quello che con il primo bimbo non avevo riscontrato così bene. Ovvero che il latte viene prodotto SUL MOMENTO. Io non avevo mai 'riserve' ma quando loro si attaccavano, dopo un pochino il latte arrivava. Mi è capitato che piangessero e allora li staccavo un momento e andavo a bere un bicchier d'acqua o cercavo di 'staccare' anch'io un momento (soprattutto se ero da sola). Quando mi risedevo e li riattaccavo il latte arrivava...

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    1. Complimenti! Un allattamento gemellare deve essere davvero impegnativo!

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