lunedì 9 gennaio 2012

Addio vacanze natalizie (finalmente!)

Queste vacanze natalizie mi hanno distrutta. Secondo me c'è qualcosa in questo tipo di vacanze che mi colpisce nei miei punti deboli, in modo da mandarmi a ko in poche e semplici mosse.
I bambini sono andati a scuola fino alla fine dell'anno vecchio, poi ho avuto la grande fortuna di averli a casa 24 ore su 24 per dieci giorni. So che i miei figli hanno bisogno di stare a casa con noi e noi abbiamo bisogno di loro. Ma se solo questo non coincidesse con i periodi di più lavoro sarebbe decisamente meglio. Grazie al cielo abbiamo lavorato abbastanza in questi giorni, nonostante la neve assente e la crisi globale. Sono felice e soddisfatta dei pranzi e delle cene che ho preparato, i complimenti che ho ricevuto mi hanno lusingata e non posso che gioire dei risultati. Però mi sono anche stancata molto, purtroppo la tensione che accumulo prima di servire un pasto importante ai miei ospiti mi lascia la simpatica sensazione da "appena investita da un tir" nei giorni successivi. E, si sa, le mamme non possono permettersi momenti di stanchezza, mai. Le mamme dovrebbero essere sempre al massimo della forma fisica, sorridenti, pazienti e rassicuranti in qualsiasi situazione. Sì. Le mamme perfette. Io, grazie al cielo, sono molto lontana dalla figura di mamma perfetta.
Non che mi possa rimproverare di qualcosa in particolare, i miei bambini sono stati amati e coccolati come sempre al massimo, hanno passato dei bei momenti di festa, hanno ricevuto moltissimi regali, hanno mangiato caramelle (e si sono ammalati, hanno avuto l'influenza intestinale, la febbre e la tosse), tutto nella norma.
Lorenzo ha un assoluto bisogno di questi giorni di alto contatto con mamma e papà. E' un bambino molto fisico, a lui serve come l'aria la coccola, la carezza, la semplice presenza della sua famiglia intorno a lui. I risultati sono pressochè immediati: non ha mai dato sfogo al demone che ha in sè, a quello che ho conosciuto nei momenti peggiori di quest'ultimo anno, è stato un bambino normalmente vivace, testone e poco propenso al sonno, è stato sè stesso insomma.
Invece Gabriele è cambiato. Me lo aspettavo, ma ciò nonostante non mi sento abbastanza preparata. Nel recentissimo post sul suo primo anno e mezzo di vita avevo scritto che si addormentava beatamente nel suo lettimo. Ecco, i bei momenti sono finiti. Ha scoperto, inevitabilmente, che esiste la possibilità di addormentarsi acccanto a mamma o papà, nel letto  matrimoniale della cameretta, insieme al fratello. Ma non solo è stupendo addormentarsi lì vicino accarezzando il genitore di turno, il vero godimento è sveglirsi millemila volte a notte per protestare contro il tentativo di spostamento coatto nel lettino. Mi sembra di vivere un flashback: due anni fa, un solo bambino, di qualche mese più piccolo, testardo uguale... Lorenzo! Ma almeno lui lo aveva messo in chiaro fin da subito: non amava dormire di filato, adorava il contatto fisico giorno e notte fin dai primi vagiti. Invece Gabriele ci ha ingannati: ci ha illusi di essere autonomo lui, di dormire lui, di assomigliare tanto ai bimbi-modello di cui avevo sentito parlare. Ed ecco che, quando me n'ero quasi convinta, ha rigirato la frittata e si è dimostrato molto uguale al fratello.
Per carità, non mi sto seriamente lamentando, non sta facendo nulla di male o di grave. Però ecco, dormire di notte, almeno ogni tanto, mi sembrava davvero stupendo. E invece no. Ho voluto due biciclettine e ora pedalo! This is it!

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