Mi ricordo bene come mi immaginavo che nascessero i bambini. In un posto un po' buio c'era il bambino (che aveva 2-3 anni) che doveva nascere, con accanto a sè diverse valigie contenenti i propri vestiti e i propri giocattoli. Intorno a lui c'erano delle coppie di genitori, all'incirca una 20ina. Il bambino doveva scegliere da quali genitori andare e così NASCEVA. Solo per qualche attimo ho avuto il dubbio che le parti fossero inverse, ovvero che al centro ci fosse la coppia di genitori e intorno tanti bambini. Ma ero più convinta della prima versione.
Lorenzo invece ha una strana idea della vita: pensa che i piccoli diventeranno grandi e i grandi... torneranno piccoli. Ne è proprio convinto, anche se gli ho già spiegato molte volte che non è esattamente così che funziona, almeno, penso che non sia così. Poi chissà, magari dopo la morte si ritorna davvero bambini e scopriremo quanto mio figlio fosse illuminato...
lunedì 21 novembre 2011
sabato 19 novembre 2011
Addio al dito in bocca!
Devo dare un grandissimo annuncio: Lorenzo ha smesso di mettersi il dito in bocca, evviva evviva! Ero davvero molto scoraggiata e quasi rassegnata all'idea di accompagnarlo all'altare mentre si ciucciava il dito. E invece è successo: dovrebbe (sperando di non cantare vittoria troppo presto) aver perso il vizio!
Tutto è partito da una brutta infezione al dito in questione, il pollice della mano destra, destinato a finire ripetutamente in bocca da quando Lorenzo aveva appena due mesi. Io penso che sia stata causata dal fatto stesso di averlo umido per molto tempo e, complice il primo freddo, ecco che si è screpolato tutto fino a crearsi una ragade proprio in punta. Lorenzo ha avuto davvero male, me ne sono accorta. Ho dovuto usare una crema cortisonica per risaldare la ferita ed evitare pianti nervosi, ma tutt'ora, dopo quasi un mese, il dito non è ancora del tutto guarito. La pediatra ha detto di continuare ad applicare creme lenitive generiche, secondo me non servono a nulla, a me sembra che ci sia proprio una specie di fungo da curare, tra qualche giorno almeno un giro in farmacia lo farò. La pediatra in questione (la sostituta della nostra pediatra di base che mi piace abbastanza) sembra che abbia appena compuito 18 anni e non mi ispira nessuna fiducia, ma tant'è...
I primi giorni, diciamo pure le prime due settimane, non sono state facili. Il mio post recente descrive una situazione che sicuramente esula dalla "disintossicazione da dito in bocca", ma mi sono resa conto che questo distacco forzato ha reso Lorenzo più nervoso del solito. Ho capito, per un attimo, chi racconta della fatica a smette di fumare... Lorenzo ha faticato parecchio a cercare un modo alternativo per consolarsi (e probabilmente non l'ha ancora trovato del tutto) ed è diventato meno "coccolone": io suoi momenti di abbandono tra le mie braccia o quelle del papà erano sempre acccompagnate dall'inseparabile dito in bocca. Tolto il dito sparita la magia. Questo è l'unico lato negativo della questione, ampiamente superabile alla luce dei problemi che mi immagino sarebbero sorti per questo brutto vizio (infezioni alla bocca, denti e palato compromessi, ecc).
Mentre siamo in tema aggiorno anche la situazione di Gabriele. Qui avevo scritto che il signorino non gradiva il ciuccio e che il seno di mamma era l'arma segreta per consolarlo. Appena 15 giorni dopo aver scritto il post, ovvero ai primi di luglio, in concomitanza con il suo primo compleanno, ho provato ad allontanarlo dal seno proponendogli il biberon a colazione e il famoso ciuccio per consolarlo. Gabriele non ha mai più cercato il seno e ha accettato di buon grado il ciuccio, quindi eccoci qui a ciucciare silicone, ma rigorosamente solo per fare nanna e in momenti di vera disperazione. Sono relativamente soddisfatta anche se, tra un annetto, sicuramente mi ritroverò a cercare il modo di disontossicare anche lui!
Tutto è partito da una brutta infezione al dito in questione, il pollice della mano destra, destinato a finire ripetutamente in bocca da quando Lorenzo aveva appena due mesi. Io penso che sia stata causata dal fatto stesso di averlo umido per molto tempo e, complice il primo freddo, ecco che si è screpolato tutto fino a crearsi una ragade proprio in punta. Lorenzo ha avuto davvero male, me ne sono accorta. Ho dovuto usare una crema cortisonica per risaldare la ferita ed evitare pianti nervosi, ma tutt'ora, dopo quasi un mese, il dito non è ancora del tutto guarito. La pediatra ha detto di continuare ad applicare creme lenitive generiche, secondo me non servono a nulla, a me sembra che ci sia proprio una specie di fungo da curare, tra qualche giorno almeno un giro in farmacia lo farò. La pediatra in questione (la sostituta della nostra pediatra di base che mi piace abbastanza) sembra che abbia appena compuito 18 anni e non mi ispira nessuna fiducia, ma tant'è...
I primi giorni, diciamo pure le prime due settimane, non sono state facili. Il mio post recente descrive una situazione che sicuramente esula dalla "disintossicazione da dito in bocca", ma mi sono resa conto che questo distacco forzato ha reso Lorenzo più nervoso del solito. Ho capito, per un attimo, chi racconta della fatica a smette di fumare... Lorenzo ha faticato parecchio a cercare un modo alternativo per consolarsi (e probabilmente non l'ha ancora trovato del tutto) ed è diventato meno "coccolone": io suoi momenti di abbandono tra le mie braccia o quelle del papà erano sempre acccompagnate dall'inseparabile dito in bocca. Tolto il dito sparita la magia. Questo è l'unico lato negativo della questione, ampiamente superabile alla luce dei problemi che mi immagino sarebbero sorti per questo brutto vizio (infezioni alla bocca, denti e palato compromessi, ecc).
Mentre siamo in tema aggiorno anche la situazione di Gabriele. Qui avevo scritto che il signorino non gradiva il ciuccio e che il seno di mamma era l'arma segreta per consolarlo. Appena 15 giorni dopo aver scritto il post, ovvero ai primi di luglio, in concomitanza con il suo primo compleanno, ho provato ad allontanarlo dal seno proponendogli il biberon a colazione e il famoso ciuccio per consolarlo. Gabriele non ha mai più cercato il seno e ha accettato di buon grado il ciuccio, quindi eccoci qui a ciucciare silicone, ma rigorosamente solo per fare nanna e in momenti di vera disperazione. Sono relativamente soddisfatta anche se, tra un annetto, sicuramente mi ritroverò a cercare il modo di disontossicare anche lui!
venerdì 18 novembre 2011
Vitello Tonnato (o Vitel Tonnè)
Io ADORO il vitello tonnato, è uno di quei piatti dell'infanzia, di quelli che si mangiavano nelle occasioni speciali, magari al ristornate con gli infissi in alluminio e le tovaglie bianco candido che sapevano di candeggina, quando ci si divertiva a bere l'acqua naturale nel bicchiere dello spumante e si mangiavano 5 pagnottine di pane prima di cominciare il pasto. Ecco questo era per me il vitello tonnato, fino a quando non ho aperto il mio ristorantino ed è diventato un piatto che ripeto almeno una volta al mese. Lo adoro ancora ma purtroppo ha perso un po' di quella magia... Vediamo come si prepara.
Io uso rigorosamente il magatello di vitello (chiamato anche rotonda o girello), si calcolano circa 100-120g di carne a crudo per persona (poi dipende sempre da quanto mangiano i commensali!), mettiamo di farne un chilo. Bisogna accertarsi di avere una pentola abbastanza capiente per farci stare tutto il pezzo intero, meglio non tagliarlo perchè asciuga un po' nei lati. Si riempie la pentolona di acqua, poco sale grosso, una carota, una cipolla e un bicchiere di vino bianco. C'è chi ci aggiunge una foglia di alloro e dei chiodi di garofano: l'alloro mi dimentico sempre di comprarlo e non sopporto l'odore dei chiodi di garofano, quindi nulla, io non li uso mai. Si porta ad ebollizione e quindi si aggiunge il pezzo di vitello, che deve essere completamente coperto dall'acqua (e l'acqua possibilmente non deve esondare sui fornelli...). Si mette il coperchio, si cuoce per almeno un'ora e mezza (se il pezzo è un po' ciccione anche due ore) controllando che il pezzo rimanga sempre coperto (eventualmente aggiungere acqua). A me piace che la carne sia cotta, non troppo perchè non si sbricioli, ma nemmeno che sia rosata all'interno; in realtà c'è chi la propone al sangue, de gustibus. Per provare la cottura della carne pungetela con un forcone fino ad arrivare al centro e controllate che non esca sangue. Si fa raffreddare nel suo stesso brodo (se si ha un po' di fretta va bene anche affettarlo da tiepido e poi mettere le fettine in frigo ben coperte dalla pellicola trasparente, così si raffreddano più in fretta).
Mentre la carne raffredda si prepara la salsa: io uso 500g di maionese già pronta (per evitare l'utilizzo di uova crude). Si tritano 80g di tonno in scatola all'olio di oliva sgocciolato, 2 capperi sotto sale ben sciacquati e un filetto d'acciuga nel tritatutto. Bisogna ottenere una crenima omogenea senza grumi (eventualmente aggiungete un goccio d'acqua di cottura della carne, poca poca eh!), da mescolare con la maionese. Sul taglio della carne le scuole di pensiero sono diverse: c'è chi dice di tagliarla a mano sottile sottile, c'è chi dice di tagliare delle fette di spessore di 4-5mm, io dico di usare l'affettatrice (se la si ha a disposizione) e di ottenere delle fettine dello spessore di un millimetro circa. Si dipongono quindi 4-5 (...6-7) fettine di carne a testa nel piatto e si copre all'ultimo momento con la salsa tonnata. Per decorare il piatto si possono utilizzare dei capperi (ma anche no, io lo preferisco liscio...).
Io uso rigorosamente il magatello di vitello (chiamato anche rotonda o girello), si calcolano circa 100-120g di carne a crudo per persona (poi dipende sempre da quanto mangiano i commensali!), mettiamo di farne un chilo. Bisogna accertarsi di avere una pentola abbastanza capiente per farci stare tutto il pezzo intero, meglio non tagliarlo perchè asciuga un po' nei lati. Si riempie la pentolona di acqua, poco sale grosso, una carota, una cipolla e un bicchiere di vino bianco. C'è chi ci aggiunge una foglia di alloro e dei chiodi di garofano: l'alloro mi dimentico sempre di comprarlo e non sopporto l'odore dei chiodi di garofano, quindi nulla, io non li uso mai. Si porta ad ebollizione e quindi si aggiunge il pezzo di vitello, che deve essere completamente coperto dall'acqua (e l'acqua possibilmente non deve esondare sui fornelli...). Si mette il coperchio, si cuoce per almeno un'ora e mezza (se il pezzo è un po' ciccione anche due ore) controllando che il pezzo rimanga sempre coperto (eventualmente aggiungere acqua). A me piace che la carne sia cotta, non troppo perchè non si sbricioli, ma nemmeno che sia rosata all'interno; in realtà c'è chi la propone al sangue, de gustibus. Per provare la cottura della carne pungetela con un forcone fino ad arrivare al centro e controllate che non esca sangue. Si fa raffreddare nel suo stesso brodo (se si ha un po' di fretta va bene anche affettarlo da tiepido e poi mettere le fettine in frigo ben coperte dalla pellicola trasparente, così si raffreddano più in fretta).
Mentre la carne raffredda si prepara la salsa: io uso 500g di maionese già pronta (per evitare l'utilizzo di uova crude). Si tritano 80g di tonno in scatola all'olio di oliva sgocciolato, 2 capperi sotto sale ben sciacquati e un filetto d'acciuga nel tritatutto. Bisogna ottenere una crenima omogenea senza grumi (eventualmente aggiungete un goccio d'acqua di cottura della carne, poca poca eh!), da mescolare con la maionese. Sul taglio della carne le scuole di pensiero sono diverse: c'è chi dice di tagliarla a mano sottile sottile, c'è chi dice di tagliare delle fette di spessore di 4-5mm, io dico di usare l'affettatrice (se la si ha a disposizione) e di ottenere delle fettine dello spessore di un millimetro circa. Si dipongono quindi 4-5 (...6-7) fettine di carne a testa nel piatto e si copre all'ultimo momento con la salsa tonnata. Per decorare il piatto si possono utilizzare dei capperi (ma anche no, io lo preferisco liscio...).
giovedì 17 novembre 2011
Il mio fratellino
Lorenzo quando è da solo, ovvero senza fratello tra i piedi, è molto più tranquillo e rilassato, sembra che non abbia l'idea fissa di doversi mettere in mostra e in competizione con lui. Però è anche vero che adora Gabriele con un amore che solo tra fratelli, e soprattutto tra fratelli così piccoli e "innocenti", può esserci. Lunedì sera siamo andati a vedere "Il re leone" (che meriterebbe un post a parte) e abbiamo lasciato Gabriele dalla zia, portando la cuginetta con noi. Al ritorno gli abbiamo chiesto se potevamo lasciare il fratellino dalla zia e tornarcene a casa "Noo, mamma, passiamo a prenderlo in mio fratellino... poverino!" Io: "Eh già, meglio passare a prenderlo, come fa senza la sua mamma e il suo papà?!" Lorenzo:"... e il suo fratello!"... Tesoro...
Un'altra volta, parlando del più e del meno, mi è venuto in mente di chiedergli "Ma tu lo vorresti un altro fratellino?" riferendomi ad un eventuale terzo bambino di casa. Lui probabilmente ha capito che volessimo fare uno scambio di fratelli e mi ha risposto "No, non mandiamo via il mio fratellino Gabrielino!"...
Mi fa tanta tenerezza quando cerca di difendere Gabriele dai bimbi più grandi "Attenzione che qui c'è mio fratello!"... Come dire "Posso menarlo, spintonarlo, farlo piangere SOLO IO!".
L'amore che vedo quotidianamente, tralasciando le gelosie che ci sono da entrambe le parti, è ciò che più mi scalda il cuore e che mi ripaga da tutti gli (innumerevoli) sforzi che si fanno per andare avanti. Belli amori miei!
Un'altra volta, parlando del più e del meno, mi è venuto in mente di chiedergli "Ma tu lo vorresti un altro fratellino?" riferendomi ad un eventuale terzo bambino di casa. Lui probabilmente ha capito che volessimo fare uno scambio di fratelli e mi ha risposto "No, non mandiamo via il mio fratellino Gabrielino!"...
Mi fa tanta tenerezza quando cerca di difendere Gabriele dai bimbi più grandi "Attenzione che qui c'è mio fratello!"... Come dire "Posso menarlo, spintonarlo, farlo piangere SOLO IO!".
L'amore che vedo quotidianamente, tralasciando le gelosie che ci sono da entrambe le parti, è ciò che più mi scalda il cuore e che mi ripaga da tutti gli (innumerevoli) sforzi che si fanno per andare avanti. Belli amori miei!
martedì 8 novembre 2011
I terrible two... o three??!!
Scusate l'assenza di questi giorni. E' un periodo un po' stancante. Un periodo che dura da... 14 mesi circa. Tutto iniziò in una giornata di metà luglio dell'anno scorso. Dopo la nascita di Gabriele, passando meno trempo sul lavoro, ho azzardato l'idea di togliere il pannolino a Lorenzo, con risultati tragici, come potetete leggere qui. A settembre Lorenzo diventò molto intrattabile e diedi la colpa allo spannolo precoce, prontamente interrotto. Purtroppo la causa non era solo quella. Lorenzo era entrato nella famigerata era dei TERRIBLE TWO, questi maledetti. Ho letto molto in rete di questo argomento (ecco un bel post) e, confrontandomi con amiche-mamme di bambini coetanei di Lorenzo, ho scoperto che più o meno ci passano tutti i bambini. Io ho la "fortuna" che Lorenzo ci sta passando in pieno, nella fase più acuta e duratura. Sono passati 14 lunghissimi mesi e ci stiamo ancora dentro, tanto da pensare ad una mutazione genetica in TERRIBLE THREE, di cui non ho prova scientifica ma che mi sa tanto di strascico. Ok, il bambino deve affermarsi e deve testare i propri limiti... ma siamo sicuri che non li abbia già scoperti? Io di limiti ne ho tanti, tantissimi. Ho la pazienza sotto le scarpe, la voce troppo alta, le mani che volano troppo facilmente. Tutte cose che odio e mi fanno ribrezzo. Non è da me. Lo vivo come una sconfitta e so di non far del bene a Lorenzo, la cosa che mi dispiace davvero di più. Sono molto stanca, Lorenzo mi stanca da impazzire e non riesco a godere a pieno del tempo che passo con lui. Sono proprio un po' giù...
mercoledì 2 novembre 2011
I ruoli famigliari
Uno dei primi insegnamenti della scuola materna (oltre alla differenza tra maschietti e femminuccie) è la definizione di "GENITIORE". Io e il papi siamo i genitori, Lorenzo e suo fratello sono i bambini. Siamo nel periodo "Voglio diventare grande e diventare un genitore come voi" e io ogni volta che lo sento penso "Quanto mi divertirò a ripeterti questa frase quando avrai un figlio monello come te!". Ma ora si sta espandendo anche al di fuori della propria famiglia.
Ieri notte mia sorella, 20 anni tra pochi mesi, ha dormito da noi e lui le ha dato la sveglia con un suo dolcissimo "Svegliaaaaaaaaaaaaa Vale che c'è già il soleeeeeee". Questa mattina ha cercato nuovamente la zietta e mi ha chiesto dov'era "A casa sua" "Con nonno e nonna?" "Certo!" "Ma Valentina cosa fa?" "Si è alzata come te ed è andata a scuola" "No no, a casa, lei cosa fa?" "In che senso Lorenzo?" "Valentina a casa fa la bambina?" Capito!! Doveva collocare il ruolo di Valentina a casa sua. "Sì tesoro, fa la bambina, una bambina grande, e nonno e nonna sono il suo papà e la sua mamma" "Ok, Valentina è la bambina e nonno e nonna sono i suoi genitori". Perfetto, abbiamo capito tutto!
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