lunedì 27 giugno 2011

Così arrivò Lorenzo: con una minestra di fagioli

Questo è il racconto del parto di Lorenzo. Astenersi impressionabili :)
Sono passati quasi tre anni ma mi sembra ieri e riviverlo è un'emozione meravigliosa.
Tutto iniziò due giorni prima, era un venerdì, mancavano quasi 20 giorni alla data presunta del parto. Andai da mia nonna che aveva preparato la minestra di fagioli ma per me i tortellini perché “la minestra di fagioli non va bene”. “Ma sì che va bene, mi piace, la mangio!”. Mangiata. La sera la passo al computer e inizio a sentire qualcosa alla pancia in basso. “Ecco, non devo stare seduta delle ore nella stessa posizione”…
La notte la passo con qualche doloretto, ma svegliarmi è un’impresa e la pigrizia vince sulla curiosità di sapere che cosa succede. Alle 5.35 un doloretto più forte, tipo ciclo. “Ok, chissà se sono le famose contrazioni… ma vaaa… va beh, per curiosità vediamo se vengono regolari…” Mi metto a monitorarle in silenzio nel letto per non svegliare e allarmare inutilmente il papi. Più o meno ogni 10 minuti. Sarà coincidenza, dormiamo ancora un po’, che se sono quelle giuste fa anche bene. E dormo una mezz’oretta. Mi sveglia una fitta un po’ più forte… ok, saranno quelle preparatorie, quelle di H??-B?? “Non mi ricordo mai quei nomi!!”. Il papi si alza per andare a lavorare e gli dico “Ho qualche doloretto, forse sono le contrazioni” “Come forse??” “Ma che ne so, mai avute, mai partorito, sono abbastanza regolari ma non dolorose” “Ok, vado a lavorare ma se succede qualcosa chiamami”. E' sabato: la mattina passa con un messaggio ogni ora con scritto “Tutto bene?” Alla fine gli ho risposto “Giuro che se succede qualcosa di diverso sarai il primo a saperlo”.
Viene a casa per pranzo e passiamo parte del pomeriggio a fare niente, io che mi sento questi doloretti ogni 7-10 minuti, intervalli irregolari. Alle 17 il papi torna al lavoro raccomandandosi di chiamare in qualsiasi momento. Viene una mia amica per cena, passo la serata tranquilla tra una contrazione e l’altra sempre irregolari tra i 7 e i 10 minuti, e dopo cena inizio a sentire un po’ più di fastidio. Alle 23.30 lei se ne va, a mezzanotte chiamo il papi e gli chiedo se viene a casa così faccio una doccia. Arriva, la faccio, nessun miglioramento o peggioramento, sempre un bel fastidio che si sta regolarizzando sui 7 minuti. Dopo un’ora però l’intervallo scende a 5 e poi a 3. "Beh, andiamo in ospedale e facciamoci dire come va". Durante il tragitto di 35 minuti le contrazioni erano ogni 3 minuti e di durata 1 minuto, ma non le trovavo fortissime (e infatti, col senno di poi, non lo erano). Talmente regolari che il papi guardava l'orologio del cruscotto e diceva “Ora arriva” e arrivava.
In ospedale mi attaccano al tracciato e stare ferma inizia ad essere piuttosto fastidioso. Mi mettono la flebo per lo streptococco e la pazienza di stare ferma sta esaurendo. Tre centimetri di dilatazione. Mi mandano in camera e le contrazioni peggiorano. Io ho iniziato a reagire gemendo a voce alta e disturbando tutto il reparto. Il papi mi gira intorno pronto a farmi da appiglio al momento giusto, ma tra una contrazione e l’altra si addormenta sulla sedia. Dopo un po’ l’ostetrica mi chiama e mi fa andare nella sala travaglio giusto per non far svegliare tutti. Stanzetta bellissima, tipo Ikea, un letto matrimoniale e mobili in legno con venature tipo baita di montagna. Il papi si corica vicino a me, si addormenta e quasi non si sveglia quando arriva la contrazione se non quando gli tiro dei calcioni enormi o lo stringo con tutta la mia forza. Gemevo tantissimo ma tra una contrazione e l'altra ero lucidissima, tranquilla e felice di essere vicino al momento di conoscere il mio cucciolo. Un osterico arriva e mi dice “Deve imparare a respirare più profondamente perché ci sta facendo venire l’ansia…” “Mi dispiace”. Mi insegna a respirare un po’ meglio ed è stato un po’ di conforto per qualche contrazione. Il peggioramento ce l'ho avuto alle 7, quando è finita la seconda flebo di antibiotico e l’ostetrica mi ha detto “Ora se vuole partorire può”. Va a capire se è stato psicologico o altro, ma in quel momento il corpo ha iniziato a non rispondere più ai comandi, solo dolore e pochissimo intervallo tra una e l’altra. Il corpo era fuori controllo, ma la testa no per fortuna, ero ancora serena anche se esausta. Le contrazioni hanno iniziato a prendere tutto l’utero fortissime e mi sentivo davvero la testolina spingere lì. L'ho detto all'ostetrica e dopo un po' di insistenza mi ha visitata: 10 cm di dilatazione. Mi ha rotto il sacco, niente male, anzi, l'acqua calda che è fuoriuscita mi ha dato sollievo. In quel momento la testa è andata un po’ per conto suo, ero un po’ come ubriaca, dicevo tutto quello che mi passava nel cervello. Io dico all'ostetrica: "Ora come si fa a farlo uscire?" Lei: "Se senti di dover spingere fallo". Emh... no, solo tanto male, cosa cavolo devo spingere?? Lei allora mi ha detto: "Spingi come se dovessi fare la cacca". Mi fa tenere su le gambe ma non ce la faccio, allora una la tiene lei e una il papi che finalmente si è reso conto che sto partorendo. Urlavo di dolore e un po’ di spavento, allora l’ostetrica mi ha detto di non urlare e di concentrare lo sforzo sulla spinta. Dopo un paio di spinte a vuoto: “Ma qui non si muove niente!!” La solita impaziente perché dopo appena tre spinte ho sentito muovere qualcosa e ho detto "CAPITO". Allora giù di spinte e finalmente dopo due spinte è spuntata la testolina e si è fermata a metà strada. CHE BRUCIORE!!! Io: "Ma deve stare lì??" L'ostetrica: "Prova a toccare" "No, l'ho vista, mi basta" Arriva la contrazione e... spluf... esce tutta le testa e il corpo... che sensazione!!!! Il corpo ruota proprio come le immagini dei libri... Me lo mettono sul petto "E questo cos'è??!!" "Il suo bambino signora" Rivolta a mio marito: "E adesso cosa ce ne facciamo??" All'ostetrica: "Col cavolo che si dimentica il dolore quando te lo mettono sul petto!!"
Ma quel momento è davvero speciale...
Continuo a gemere “Scusa topolino se faccio rumore” dico a quell’esserino così tranquillo sulla mia pancia.
"E ora cosa devo ancora fare??" L'ostetrica:"Espellere la placenta" "Emh... come si fa??" Lei:"Aspettiamo che si stacchi" Dopo un po’ mi maneggia la pancia e tocca il cordone, sento di spingere e esce, una passeggiata. Me la fa vedere. Che schifo!!! "Dicono tutte così ma è roba vostra!". Dopo un po' mi portano via il cucciolo che nel mentre ha assunto un colore umano e abbandona il violaceo-nero. Mi fanno alzare e mi mettono sul lettino tipo ginecologa e arriva la parte peggiore: i punti. Per fortuna pochini, 3-4 interni e uno esterno. Ma io ero davvero esausta e non avevo più voglia di farmi toccare, che male!!!! Altro che corsi di preparazione al parto, dovrebbero fare corsi di preparazione ai punti!!!

Il piccolo arriva in braccio al papi lavato e vestito e andiamo passeggiando in camera. La foto è fatta alle 9.52, esattamente un'ora e 40 dopo il parto. Che meraviglia averlo finalmente tra le braccia…

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