sabato 25 giugno 2011

Quando il passato suona alla porta

Non si parla di fidanzati del liceo, per carità. Di uomini ne ho tre in casa, bastano e avanzano.
Martedì scorso, subito dopo aver caricato i bambini in macchina alla volta del viaggio di ritorno a casa dal mare, è suonato il telefono. Numero sconosciuto, prefisso di Cuneo. Rispondo. "Ingegner M.?" "Sì, sono io, mi dica". Quando mi sento chiamare Ingegnere mi fa un po' ridere, di solito ricevo telefonate di questo tipo dall'Istat per rispondere a domande sulla mia situazione lavorativa e mi diverto un sacco a dire quanto sono soddisfatta del mio lavoro che su una scala da 1 a 5 è inerente ai miei studi meno di 1. Questa volta invece era uno studio di ingegneria di Cuneo che cercava un ingegnere strutturale e mi chiedeva un colloquio. Gentilmente ho risposto che ero "Occupata in questo momento" "Oh la chiamo più tardi" "No, nel senso che ho un lavoro e non ho intenzione di cambiarlo, grazie". Che figura! Non so nemmeno esprimermi! Mi sono sentita in imbarazzo per questo, non sono mica a posto!
La telefonata mi ha inevitabilmente scaturito una serie di pensieri: chissà come sarei se avessi fatto una scelta diversa, se facessi l'ingegnere. Sarei felice? Penso di no. Non ci sarebbero i miei bimbi, almeno non sicuramente Gabriele. Non avrei il mio locale, la mia cucina, la mia casa sui monti. Non avrei il tempo per stare con mio marito, con i bambini, con la gente. Eppure ci ho pensato e mi sono divertita per qualche minuto a pensare a come sarebbe stata la mia vita ingegneristica. Ho pensato addirittura a tutti quei pantaloni e quelle camicie nel mio armadio che giacciono inutilizzate da anni a discapito di pantaloni a quadretti e casacche bianche. Potrei darle in beneficienza... ma metti mai... ma cosa dico?! Non li utilizzarò mai più!!!

3 commenti:

  1. ti sento così appagata e felice che non riesco proprio ad immaginarti dietro una scrivania, seppur figa!
    e poi saresti solo ingegnaristicamente stefy e mamma e cuoca dove le mettiamo?

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  2. chissà cosa riserva il futuro... certo con due bimbi piccoli e la vita in montagna andare tutti i giorni a lavoro a Cuneo non sarebbe molto gestibile...
    Ma soprattutto, l'unica cosa che conta è la tua soddisfazione personale. Su questo ti penso sempre come modello.
    Io ho una laurea completamente differente dalla tua, ma come la tua giace inutilizzata. la mia non tanto per scelta, ma per situazioni... comunque anche io i primi tempi, durante i tirocini, venivo assalita dai dubbi e mi dicevo: ma è davvero questo che voglio fare? beh... a volte la gente mi fa notare malignamente che ho preso una laurea che non sto facendo fruttare, che sta mettendo la muffa. Boh. per me la laurea è stata prima di tutto una soddistazione personale. Il mio sogno era QUELLA laurea e l'ho presa, mi ha formata ed arricchita, anche se è poco spendibile...
    Spero solo un giorno di trovare anche io una mia dimensione e un lavoro che mi soddisfi, la laurea per me rimarrà comunque una mia piccola conquista.
    Per quanto riguarda la famiglia qualcosa sta prendendo forma... per il lavoro... una tragedia :-(

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  3. La vita ci mette continuamente di fronte a delle scelte. La mia è stata sorprendentemente poco tormentata anche se, chi viene a sapere della mia laurea in ingegneria, molto spendibile, spesso mi guarda come se fossi un'aliena. Forse sì, lo sono. Ma sono un'aliena felice.

    Grazie ragazze!

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