Quando è nato Lorenzo, da buona mamma inesperta, non sapevo da che parte cominciare. Piange? Lo prendo in braccio. Ovvia conclusione appresa dai molteplici libri "studiati" prima del parto sull'educazione dei figli. Ho abbracciato in pieno la filosofia dell'allattamento al seno a richiesta, della risposta ad ogni mugugno, giorno o notte che fosse, del contatto fisico ad oltranza. Ricordo bene il primo Natale passato con lui: aveva tre mesi esatti e avevo i polsi fasciati per il dolore ai tendini, dovuto al bambino sempre in braccio. Lorenzo ha sempre dormito abbastanza durante il giorno, ma quando era sveglio l'imperativo era uno solo: IN BRACCIO. Navigando su internet ho scoperto l'esistenza della fascia porta bebè. Come molte cose, soprattutto riguardanti la cura del bebè, mi ha fatto scoprire un mondo intero. Fascie lunghe, corte, elastiche, ad anelli, mei tai, marsupi. Essendo totalmente ignorante in materia ho adottato una delle mie vie preferite: provo quella che costa meno. E così la scelta è caduta su una fascia lunga elastica. E' stato amore a prima vista: Lorenzo ha passato ore e ore dei suoi primi 10 mesi di vita lì dentro, con un sollievo non indifferente per i miei polsi doloranti. Con l'arrivo dell'estate e l'inaugurazione del ristorante la fascia fu archiviata gelosamente, pronta per essere sfoderata col secondogenito.
Gabriele è nato a luglio, nella settimana più calda dell'estate del 2010. Si è subito rivelato completamente diverso dal fratello. Lui nel passeggino e nell'ovetto ci stava volentieri: e io che pensavo che fossero strumenti di tortura per neonati! Le temperature estive freschine non mi hanno impedito di sfoderare comunque la mia meravigliosa fascia... salvo scoprire presto che lì dentro Gabriele non ci voleva stare! Ma come è possibile?! Il contatto, il calore di mamma, il seno a portata di mano (anzi, di bocca), la sensazione di sicurezza dai pericoli dei predatori (così lessi su qualche libro)... dove erano finiti? Fronte mamma, fronte mondo, di fianco, sulla schiena: tutti tentativi miseramente falliti per ripegare su un classico passeggino. Lì dentro il pupo ci sta volentieri, si guarda intorno, ci fa lunghe passeggiate, si addormenta. E così che ho archiviato la mia adorata fascia, che mi faceva sentire un'orgogliosa mamma africana legata alle origini della specie umana, in attesa, chissà, di riutilizzarla più avanti...
Io me la sono fatta regalare per Betta, pensando che così sarebbe stato più facile tenerla in braccio ed avere le mani libere...ma LEI non ha mai voluto starci! Ho provato più volte e si metteva ad urlare come una pazza...
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