Ieri Lorenzo è andato al mare coi nonni. E' stato felicissimo.
Sabato gli ho chiesto "Nonno e nonna vanno al mare, vuoi andarci anche tu?" e lui "Ma no mamma, il mare è chiuso!". Sì perchè lui adora il mare e durante tutto l'inverno mi ha chiesto più volte di andare al mare, ma io gli ho raccontato che il mare quando fa freddo è chiuso, così si era messo il cuore in pace. Allora gli ho spiegato: "Sai, adesso fa di nuovo caldo, vedi, hai la maglietta con le maniche corte. E il mare è stato di nuovo aperto". Lui "Sììììììì, yeeehhh". Tesoro, ci vuole così poco a farlo contento. "Voglio andare subito" "Eh no, bisogna ancora aspettare che i nonni ti vengano a prendere, poi fai un po' di nanna e poi vai al mare" "Ok".
Mia mamma mi ha raccontato che sono partiti che ancora dormiva, ha aperto gli occhi che erano già là e le prime parole sono state "Che bello siamo al mare, a me piace così tanto il mare!". E' stato bravissimo tutto il giorno, si è divertito tanto ed è tornato a casa dopo le otto di sera. Ha mangiato un po' di cena, gli ho fatto la doccia in mezzo ad urla deliranti che immagino gli siano servite da sfogo per la giornata passata lontana da mamma e papà e l'ho messo a dormire. Dopo la solita favola di Biancaneve mi dice "Mamma, tu sei la più bella del reame, anche più bella di Biancaneve". Fu così che mi si è sciolto il cuore, l'ho abbracciato forte e ci siamo dati la buonanotte. Miracolosamente ha dormito tranquillo tutta la notte, vuoi il buon addormentamento, vuoi la stanchezza.
Grazie piccolo mio per l'ennesima emozione.
lunedì 30 maggio 2011
venerdì 27 maggio 2011
Divento verde anche un po' io
Mi si sta aprendo un mondo intero, quello dei blog. Come ho già detto sono assolutamente neofita in materia e scopro ogni giorno l'infinità della rete, soprattutto dei blog.
Nel mio piccolo intento ecologista, partito dalla gravidanza e dai pannolini lavabili, mi sono interessata ad ogni iniziativa volta alla salvaguardia del pianeta, soprattutto quando si parla di piccole cose a costo quasi nullo. Nel mio viaggio "bloggistico" mi sono imbattuta in una bellissima iniziativa che potete visualizzare meglio qui, secondo la quale per ogni blog che pubblicizza la cosa verrà piantato un albero per sopperire alla produzione di CO2 del blog stesso. Il sito dice che ogni blog consuma circa 3,6kg di CO2 l'anno, mentre ogni albero ne produce 5. Perfetto! La mia coscieza verde si sente decisamente più leggera ora! Gli alberi sono piantati in Germania, esattamente a Göritz, presso Coswig (regione di Saxony-Anhalt). Complimenti, bellissima iniziativa!
L'incontro tra fratelli: amore a prima vista
Vedere ogni giorno sotto i miei occhi cosa significa "amore incondizionato tra fratelli" è ciò che più mi riempie il cuore. Quando è nato Gabriele ho temuto che la reazione di Lorenzo fosse delle peggiori, con tentativi di eliminazione fisica del pargoletto continui. Ho preparato il fratello maggiore all'arrivo del piccolo sistemando la culla in camera e spiegandogli che lì dentro sarebbe arrivato un bambino piccolo piccolo. Lorenzo ha subito capito, pur avendo solo 21 mesi, e ogni tanto andava a controllare se c'era qualcosa di nuovo lì dentro, alzando le spalle vedendola vuota. Il giorno in cui nacque Gabriele a Lorenzo scoppiò la varicella e i primi giorni a casa furono paradossali: per 10 giorni non ho detto a Lorenzo che era arrivato il fratellino. Per fortuna era estate e abbiamo una casa su due paini, quindi sono riuscita a nascondere il pargoletto, che non piangeva mai ed era buonissimo. Passata questa quarantena finalmente l'incontro. Misi Gabriele nella culletta, chiamai Lorenzo e gli dissi "Guarda un po' cosa c'è nella culla". Lui si affacciò e rimase senza parole. Il suo viso mostrava chiaramente stupore e gioia. Gli mise la mano sulla pancia e iniziò a farlgi le coccole a modo suo, ovvero accarezzandolo e ciucciandosi il dito. Era felicissimo.
Per fortuna l'idillio è continuato e continua tutt'ora. Lorenzo ha passato una fase difficile quando Gabriele aveva 2-3 mesi, io penso che in quel momento si è reso conto che il fratello era un ladro di attenzioni di mamma e papà e a modo suo cercò di attirarne il più possibile. A questo si sommò lo sfogo dei terrible two in forma acuta e il mio rientro al lavoro a tempo pieno. Sono andata molto vicino all'esaurimento, ma anche questo è passato, grazie ad un papi molto presente e comprensivo e a tanta tanta pazienza. Ma nonostante tutto ciò Lorenzo non ha mai avuto atteggiamenti distruttivi nei confronti di Gabriele. Quando, qualche giorno fa, gli ho proposto "Ma perchè non ci teniamo tua cugina (che adora) e lasciamo Gabriele a zia?" lui mi ha risposto "No voglio Gabriele" mi sono letteralmente sciolta e ho capito che il legame che c'è tra i due fratelli è qualcosa di immensamente grande e meraviglioso. Quanto li amo!
Per fortuna l'idillio è continuato e continua tutt'ora. Lorenzo ha passato una fase difficile quando Gabriele aveva 2-3 mesi, io penso che in quel momento si è reso conto che il fratello era un ladro di attenzioni di mamma e papà e a modo suo cercò di attirarne il più possibile. A questo si sommò lo sfogo dei terrible two in forma acuta e il mio rientro al lavoro a tempo pieno. Sono andata molto vicino all'esaurimento, ma anche questo è passato, grazie ad un papi molto presente e comprensivo e a tanta tanta pazienza. Ma nonostante tutto ciò Lorenzo non ha mai avuto atteggiamenti distruttivi nei confronti di Gabriele. Quando, qualche giorno fa, gli ho proposto "Ma perchè non ci teniamo tua cugina (che adora) e lasciamo Gabriele a zia?" lui mi ha risposto "No voglio Gabriele" mi sono letteralmente sciolta e ho capito che il legame che c'è tra i due fratelli è qualcosa di immensamente grande e meraviglioso. Quanto li amo!
giovedì 26 maggio 2011
Ne combina di ogni...
Mi piacerebbe avere un attrezzo in grado di leggere i pensieri di Lorenzo. Così come mi piacerebbe essere una mosca ed osservarlo quando non ci sono, al nido o dai nonni.
Lorenzo è una peste. Secondo me è l'alter ego di Bart Simpson, pur non avendo mai visto quel cartone (ci mancherebbe pure che gli dessi fonti di ispirazione, è già bravissimo da solo). Lui una ne fa e mille ne pensa. Pazzesco.
L'ultima stamattina. Tutto nella nostra solità regolartità di sclero mattutino, fino al momento di mettere i bambini in macchina per andare all'asilo. Le chiavi della macchina: dove cavolo sono?! Lorenzo le hai prese? Nooo. Antefatto: ieri sera siamo andati a cena dai miei, cerchiamo le chiavi della macchina, non si trovano, prendiamo il doppione, saliamo in macchina e ci accorgiamo che le chiavi erano lì dentro. Va beh. Mica ci viene in mente di toglierle da lì, figuriamoci. Ieri sera scarichiamo i bambini addormentati, lasciamo il doppione nell'abitacolo, chiudiamo la macchina con le altre, guardiamo un po' di tv e andiamo a nanna. Stamattina panico, dove le abbiamo messe? Abbiamo setacciato la casa per lungo e per largo, il doppione ci faceva le pernacchie dal cruscotto. Niente, non si trovano. Chiamiamo mio cognato, col papi portano i bambini al nido. Nel tragitto il papi chiede di nuovo a Lorenzo se le ha viste. "Ma sì, sono nei giochi!" "Coooooosaaaaa??!!" Eppure ho guardato tra i giochi (conoscendo il mio pollo) e non le ho viste. Mio marito mi manda un messaggio con la rivelazione, controllo di nuovo. Niente. Quando torna mio marito cerca ancora: eccole!! Nel baule del trattorino!!! Ma ci vuole fantasia eh, e abilità a non farsi notare, perchè nella mezz'oretta in cui ho preparato i piccoli non li ho persi di vista un attimo. Eppure...
E c'è pure un precedente, per fortuna scovato all'istante: qualche settimana fa siamo andati a cena da mia nonna. Lorenzo è partito a razzo verso una mensola in cui c'erano le chiavi della macchina, le prende, le infila nel cassetto delle pentole di mia nonna e chiude, tutto nel giro di un nanosecondo. Per fortuna ho assistito alla scena e sono subito andata a recuperarle, con tanto di romanzina non troppo pesante per non innescare il pensiero "Le chiavi della macchina sono una cosa importante, farle sparire è molto divertente". Ma mi sa che lo ha pensato lo stesso e alla prima occasione si è preso beffa di noi.
A sangue freddo fa ridere, come rido quando guardo i Simpson... ma se penso alla prossima sua bravata... incrocio le dita che non sia nulla di grave!
Lorenzo è una peste. Secondo me è l'alter ego di Bart Simpson, pur non avendo mai visto quel cartone (ci mancherebbe pure che gli dessi fonti di ispirazione, è già bravissimo da solo). Lui una ne fa e mille ne pensa. Pazzesco.
L'ultima stamattina. Tutto nella nostra solità regolartità di sclero mattutino, fino al momento di mettere i bambini in macchina per andare all'asilo. Le chiavi della macchina: dove cavolo sono?! Lorenzo le hai prese? Nooo. Antefatto: ieri sera siamo andati a cena dai miei, cerchiamo le chiavi della macchina, non si trovano, prendiamo il doppione, saliamo in macchina e ci accorgiamo che le chiavi erano lì dentro. Va beh. Mica ci viene in mente di toglierle da lì, figuriamoci. Ieri sera scarichiamo i bambini addormentati, lasciamo il doppione nell'abitacolo, chiudiamo la macchina con le altre, guardiamo un po' di tv e andiamo a nanna. Stamattina panico, dove le abbiamo messe? Abbiamo setacciato la casa per lungo e per largo, il doppione ci faceva le pernacchie dal cruscotto. Niente, non si trovano. Chiamiamo mio cognato, col papi portano i bambini al nido. Nel tragitto il papi chiede di nuovo a Lorenzo se le ha viste. "Ma sì, sono nei giochi!" "Coooooosaaaaa??!!" Eppure ho guardato tra i giochi (conoscendo il mio pollo) e non le ho viste. Mio marito mi manda un messaggio con la rivelazione, controllo di nuovo. Niente. Quando torna mio marito cerca ancora: eccole!! Nel baule del trattorino!!! Ma ci vuole fantasia eh, e abilità a non farsi notare, perchè nella mezz'oretta in cui ho preparato i piccoli non li ho persi di vista un attimo. Eppure...
E c'è pure un precedente, per fortuna scovato all'istante: qualche settimana fa siamo andati a cena da mia nonna. Lorenzo è partito a razzo verso una mensola in cui c'erano le chiavi della macchina, le prende, le infila nel cassetto delle pentole di mia nonna e chiude, tutto nel giro di un nanosecondo. Per fortuna ho assistito alla scena e sono subito andata a recuperarle, con tanto di romanzina non troppo pesante per non innescare il pensiero "Le chiavi della macchina sono una cosa importante, farle sparire è molto divertente". Ma mi sa che lo ha pensato lo stesso e alla prima occasione si è preso beffa di noi.
A sangue freddo fa ridere, come rido quando guardo i Simpson... ma se penso alla prossima sua bravata... incrocio le dita che non sia nulla di grave!
mercoledì 25 maggio 2011
Tacchino alla senape con funghi champignon
Ho sperimentato questa ricetta presa da un sito che è la mia fonte di ispirazione, ovviamente apportando un sacco di varianti come è nel mio stile. Il risultato è stato molto soddisfacente per il palato, un po' pesantuccio per lo stomaco, ma tant'è, mica si mangia tutti i giorni.
Ho fatto soffriggere in una pentola capiente e antiaderente una cipolla media e uno spicchio d'aglio tagliati finemente per qualche minuto con un filo d'olio e una noce di burro. (Mio marito mi ha pregato di alzare la cappa perchè si è diffuso in tutto il locale un odore di soffritto che sembrava di essere al ristorante cinese...). Ho aggiunto 600g di petto di tacchino fatto a cubetti e ho fatto rosolare su tutti i lati, quindi ho salato e pepato e ho aggiunto 500g di funghi champignon a fettine, ho mescolato e ho aggiunto un bicchiere di vino bianco secco. In un'altra capiente pentola ho sciolto 50g di burro con 30g di farina, quindi ho aggiunto 500ml di acqua e un cucchiaino di brodo granulare vegetale. Ho lasciato sul fuoco entrambe le pentole per una decina di minuti, quindi ho unito i due composti nella pentola più grande, ho mescolato bene, ho aggiunto due bei cucchiai di senape e 200ml di panna da cucina. Ho aggiustato di sale e pepe, ho lasciato sul fuoco ancora una quindicina di minuti a fuoco basso e ho servito ben caldo. I miei commensali ne sono stati entusiasti. Lo abbiamo mangiato in 4 come piatto unico, quindi era abbondante. Slurp!
Ho fatto soffriggere in una pentola capiente e antiaderente una cipolla media e uno spicchio d'aglio tagliati finemente per qualche minuto con un filo d'olio e una noce di burro. (Mio marito mi ha pregato di alzare la cappa perchè si è diffuso in tutto il locale un odore di soffritto che sembrava di essere al ristorante cinese...). Ho aggiunto 600g di petto di tacchino fatto a cubetti e ho fatto rosolare su tutti i lati, quindi ho salato e pepato e ho aggiunto 500g di funghi champignon a fettine, ho mescolato e ho aggiunto un bicchiere di vino bianco secco. In un'altra capiente pentola ho sciolto 50g di burro con 30g di farina, quindi ho aggiunto 500ml di acqua e un cucchiaino di brodo granulare vegetale. Ho lasciato sul fuoco entrambe le pentole per una decina di minuti, quindi ho unito i due composti nella pentola più grande, ho mescolato bene, ho aggiunto due bei cucchiai di senape e 200ml di panna da cucina. Ho aggiustato di sale e pepe, ho lasciato sul fuoco ancora una quindicina di minuti a fuoco basso e ho servito ben caldo. I miei commensali ne sono stati entusiasti. Lo abbiamo mangiato in 4 come piatto unico, quindi era abbondante. Slurp!
Il terzo figlio
Ho sempre sognato uan famiglia numerosa. Il mio "progetto" iniziale, fin da quando ero molto piccola, era quello di avere due bambini molto vicini e da molto giovane e poi altri due bambini dipo 5-6 anni dal secondo. Diciamo che per la prima parte i piani sono stati rispettati. Per la seconda mi sa che dobbiamo rivedere qualcosa perchè mi sono "scelta" un papà un po' più vecchio di me che, giustamente (secondo la mia opinione), non vuole fare il papà-nonno e non vuole avere figli dopo i 40 anni. Quindi mancano solo... 2 anni. Così mi sa che la seconda trance di figli dovrà essere anticipata e probabilmente si trasformerà in una trance da un figlio solo, salvo colpi di testa inaspettati. E il motivo, purtroppo, è solo ed esclusivamente economico. Non lo ritengo giusto e mi fa schifo pensarlo, non è concepibile "pianificare" i figli in base ai soldi. Eppure è così, bisogna farsi i conti in tasca al giorno d'oggi e farli tornare è ogni giorno più difficile. Io non ho l'indole di "mamma a tempo pieno", non ce la farei, non è nel mio carattere, pur amando immensamente i miei figli. A me piace il mio lavoro, la mia indipendenza, i miei spazi. Ho accettato ben volentieri che questi si siano ridotti a quasi zero con i bambini, ma comunque ci vogliono e ciò nonostante vorrei ampliare la famiglia al più presto.
Forse l'anno prossimo, se la buona sorte e il portafaglio ci sorreggono vediamo se la cicogna vorrà atterrare ancora una volta sulla cima di questa piccola montagna. Io inizio ad incrociarmi tutta e, in ogni caso, questo terzo figlio è già nel mio cuore.
Forse l'anno prossimo, se la buona sorte e il portafaglio ci sorreggono vediamo se la cicogna vorrà atterrare ancora una volta sulla cima di questa piccola montagna. Io inizio ad incrociarmi tutta e, in ogni caso, questo terzo figlio è già nel mio cuore.
martedì 24 maggio 2011
La prima volta al cinema: un successo inaspettato
Ieri ho letto sul giornale che nel cinema del paese qui vicino davano "Rio" alle 19.30 e ho azzardato l'idea: proviamo a portare Lorenzo al cinema?! Organizzazione: il piccolino non potevamo portarlo con noi, poveretto, con tutto quel rumore e il buio per tanto tempo non avrebbe retto. Penso di "parcheggiarlo" dai miei, ma ci è già stato tutta la domenica. Allora penso a mia cognata e mi viene un'idea: lasciamo il pupetto da lei e portiamo sua figlia, 9 anni, la cugina dei miei bimbetti, al cinema con noi, Lorenzo so che ne sarebbe entusiasta. Telefono e sono disponibili, benissimo. Chiediamo anche all'altro cugino 10enne e c'è pure lui. Preparo la cena per il piccolino, gliela darà mia cognata. Come fare con la cena di Lorenzo? Idea: lo prendo per la gola e gli faccio due toast alle 18.30, li mangia volentieri, perfetto. Pipì prima di partire, carichiamo i bimbi in macchina, passiamo a prendere il cugino, andiamo a casa della cugina, lasciamo Gabriele e la sua pappa, prendiamo la cugina e si parte. 5 euro gli adulti, 3 i bambini: onesti dopo tutto, se dobbiamo uscire non è un grosso peccato. Troviamo un bel posticino, i cugini grandi fanno un po' i bulletti, Lorenzo cerca di star dietro con scarsi risultati. Si spengono le luci e inizia la presentazione del pirata dei caraibi, Lorenzo si fionda in braccio a me spaventato. Eccoci. Gli spiego che non c'è nulla da temere, che il volume è un po' alto ma tra un po' le orecchie si abitueranno e che tra poco inizierà il carotne. Infatti inizia poco dopo con una bella canzone accompagnata da balli di uccelli colorati: un bellissimo impatto. Lorenzo rimane ipnotizzato. Si mette il dito in bocca e rimane immobile fino all'intervallo. Gli compro un kitkat al bar, gli faccio bere il succo che ho portato da casa ma non è per nulla affamato. Gli chiedo se deve fare una pipì, no. Ricomincia lo spettacolo, di nuovo immobile fino alla fine, nonostante i cugini e qualche bimbo più grandicello inizino a rumoreggiare. Quando si accendono le luci Lorenzo è dispiaciuto di dover andare via. Io sono contentissima: il cartone è molto carino, l'esperimento Lorenzo-al-cinema è completamente riuscito!
Metti mai che sia l'inizio di una nuova era cinematografica??!!
Metti mai che sia l'inizio di una nuova era cinematografica??!!
lunedì 23 maggio 2011
La dolcezza di Lorenzo
Ho fatto passare Lorenzo per un diavoletto oggi e mi sento in colpa perchè in realtà non è così. Stamattina mi ha regalato una dose di dolcezza che è da raccontare.
Mi sono accorta che dalla porta-finestra del bagno si vedeva ancora la luna. Poco dopo Lorenzo si affaccia proprio da quella porta e dice "Mamma è proprio una bella giornata". In effetti il sole splende alto nel cielo e non c'è una nuvola. Colgo l'occasione per dirgli "Ma hai visto che c'è ancora la luna nel cielo? guarda!" Lui appiccica il naso al vetro, cerca un po' e mi dice "E' vero mamma, c'è ancora la luna. Perchè non è ancora andata a dormire?" io, improvvisandomi cantastorie, gli dico "Perchè oggi la luna è un po' birbona e non vuole andare a dormire" "E perchè?" "Perchè forse vuole guardare ancora un po' di cartoni" azzardo, con una frecciatina sulle polemiche per spegnere la tv alla sera. Lui continua a guardare la luna in cielo, ci pensa un po', si gira, mi guarda e con una faccia che solo lui sa fare mi dice "Ma no mamma, cosa dici??!!" e si mette a ridere con la mando sulla bocca da perfetto attore. Scoppio un una risata pure io e lo abbraccio e lo bacio, pensando che solo lui riesce a regalarmi emozioni tanto semplici quanto profonde. Amore di mamma!
Mi sono accorta che dalla porta-finestra del bagno si vedeva ancora la luna. Poco dopo Lorenzo si affaccia proprio da quella porta e dice "Mamma è proprio una bella giornata". In effetti il sole splende alto nel cielo e non c'è una nuvola. Colgo l'occasione per dirgli "Ma hai visto che c'è ancora la luna nel cielo? guarda!" Lui appiccica il naso al vetro, cerca un po' e mi dice "E' vero mamma, c'è ancora la luna. Perchè non è ancora andata a dormire?" io, improvvisandomi cantastorie, gli dico "Perchè oggi la luna è un po' birbona e non vuole andare a dormire" "E perchè?" "Perchè forse vuole guardare ancora un po' di cartoni" azzardo, con una frecciatina sulle polemiche per spegnere la tv alla sera. Lui continua a guardare la luna in cielo, ci pensa un po', si gira, mi guarda e con una faccia che solo lui sa fare mi dice "Ma no mamma, cosa dici??!!" e si mette a ridere con la mando sulla bocca da perfetto attore. Scoppio un una risata pure io e lo abbraccio e lo bacio, pensando che solo lui riesce a regalarmi emozioni tanto semplici quanto profonde. Amore di mamma!
Il risveglio: il momento più delicato della giornata
Le nostre notti sono lunghe e travagliate e meritano un post tutto loro... Ma comincerei dal risveglio mattutino, che di tranquillo e rilassante non ha proprio nulla.
Ho due figli con caratteri completamente opposti, e già dal mattino ciò è evidente.
Sono due anni e mezzo che Lorenzo si sveglia piangendo. Ma perchè mi chiedo io?! Niente, lui apre gli occhi e piange. A qualsiasi ora della notte e pure al mattino. Se trova qualcuno accanto a lui si calma quasi sempre immediatamente e così il papi passa metà della notte nel letto con lui e io faccio in modo di farmi trovare vicino a lui al mattino visto che papi si alza all'alba. Io al mattino sono nervosa. Se tutto va bene la mia notte è composta da 3-4 risvegli in 6-7 ore quindi mi sveglio già stanca, e poi sono così, di mattina sono intrattabile da sempre. E ogni tanto pure Lorenzo si sveglia col piede storto, e piange, piange, piange, gridando che vuole papà, che vuole il latte, che vuole tutto quello che non c'è a portata di mano... Quelle volte devo davvero respirare a fondo, fare appello a tutto il mio self control e, devo ammetterlo, non sempre ci riesco.
Gabriele è l'esatto opposto. Fin da quando siamo tornati dall'ospedale, quasi undici mesi fa, dopo la sua nascita, si è sempre svegliato con qualche leggero mugugno, che il buon radar-mamma ha sempre colto anche nel sonno più profondo, e nello stesso modo al mattino, lui apre gli occhi e inizia a chiacchierare "ta-ta-ta mam-ma pap-pa nan-na". Ora che si alza bene in piedi lo trovo sempre aggrappato alle sbarre del lettino e come mi vede mi regala un sorrisone che vuol dire "buongiorno mamma, che bello vederti", lo prendo in braccio, si appoggia sulla mia spalla e mi abbraccia forte. Non esiste risveglio migliore per una mamma.
Non mi sento di condannare Lorenzo, io dopotutto sono come lui, e manifesta la sua dolcezza in molti altri modi... ma al mattino... NO!!
Ho due figli con caratteri completamente opposti, e già dal mattino ciò è evidente.
Sono due anni e mezzo che Lorenzo si sveglia piangendo. Ma perchè mi chiedo io?! Niente, lui apre gli occhi e piange. A qualsiasi ora della notte e pure al mattino. Se trova qualcuno accanto a lui si calma quasi sempre immediatamente e così il papi passa metà della notte nel letto con lui e io faccio in modo di farmi trovare vicino a lui al mattino visto che papi si alza all'alba. Io al mattino sono nervosa. Se tutto va bene la mia notte è composta da 3-4 risvegli in 6-7 ore quindi mi sveglio già stanca, e poi sono così, di mattina sono intrattabile da sempre. E ogni tanto pure Lorenzo si sveglia col piede storto, e piange, piange, piange, gridando che vuole papà, che vuole il latte, che vuole tutto quello che non c'è a portata di mano... Quelle volte devo davvero respirare a fondo, fare appello a tutto il mio self control e, devo ammetterlo, non sempre ci riesco.
Gabriele è l'esatto opposto. Fin da quando siamo tornati dall'ospedale, quasi undici mesi fa, dopo la sua nascita, si è sempre svegliato con qualche leggero mugugno, che il buon radar-mamma ha sempre colto anche nel sonno più profondo, e nello stesso modo al mattino, lui apre gli occhi e inizia a chiacchierare "ta-ta-ta mam-ma pap-pa nan-na". Ora che si alza bene in piedi lo trovo sempre aggrappato alle sbarre del lettino e come mi vede mi regala un sorrisone che vuol dire "buongiorno mamma, che bello vederti", lo prendo in braccio, si appoggia sulla mia spalla e mi abbraccia forte. Non esiste risveglio migliore per una mamma.
Non mi sento di condannare Lorenzo, io dopotutto sono come lui, e manifesta la sua dolcezza in molti altri modi... ma al mattino... NO!!
venerdì 20 maggio 2011
Ingegneri si nasce, mamme e cuoche si diventa.
Questo è il sottotitolo del mio blog, mi è venuto in mente qualche giorno fa. E mi ci rispecchio moltissimo.
Ingegneri si nasce. Perchè, come ho già spiegato nel post ingegneristicamente, la scelta di studiare ingegneria è una cosa che ti deve venire da dentro, e per me era l'unica scelta possibile dato il mio cervello ad alta razionalità. Sì sì, ce la si può fare lo stesso a concludere gli studi, magari con tempi biblici, poco interesse e risultati mediocri. Ma non è nel mio carattere sicuramente.
Mamme si diventa. Oh sì, si diventa nel momento in cui si legge un test di gravidanza positivo. Qualcosa dentro cambia, si hanno 9 mesi per sognare come sarà la nuova vita, si capisce pian pianino che non si è e non si sarà mai più soli, che ora l'attenzione non è più rivolta principalmente a se stessi ma ad un'altra personcina che ha tutto il diritto di ricevere il massimo delle cure. Poi il cucciolo nasce. Esperienza traumaticamente meravigliosa. Ricordo che quando stavo per lasciare l'ospedale continuavo a pensare "ma ce lo lasciano davvero? è davvero nostro?" con una sensazione strana di appropriamento indebito. Basta poco per capire che la vita non sarà mai più come prima, che bisogna rinascere da capo anche noi per un'altra volta, bisogna conoscere la nuova creatura che si ha davanti, bisogna imparare a capirla, consolarla, educarla, crescerla insomma. Mi sa che questo grande compito, il mestiere di MAMMA, non si smetterà mai di impararlo, finchè si sarà in vita. E sarà una scoperta quotidiana stupenda.
Anche cuoche si diventa. Come ci sono diventata è una storia lunga che racconterò un'altra volta. Sinteticamente è stata la scelta che ho ritenuto migliore per poter essere anche una mamma presente. Mi è piacuto subito. Questo mestiere è pieno di soddisfazioni, ma io non ho ricevuto una formazione di base: niente scuola e niente esperienza familiare, solo tanti anni di osservazione di cuochi esperti. Sto imparando a diventare cuoca, con qualche incidente di percorso che non fanno altro che stimolarmi ad andare avanti. Spero di tenermi stretto questo entusiasmo per molto.
Ingegneri si nasce. Perchè, come ho già spiegato nel post ingegneristicamente, la scelta di studiare ingegneria è una cosa che ti deve venire da dentro, e per me era l'unica scelta possibile dato il mio cervello ad alta razionalità. Sì sì, ce la si può fare lo stesso a concludere gli studi, magari con tempi biblici, poco interesse e risultati mediocri. Ma non è nel mio carattere sicuramente.
Mamme si diventa. Oh sì, si diventa nel momento in cui si legge un test di gravidanza positivo. Qualcosa dentro cambia, si hanno 9 mesi per sognare come sarà la nuova vita, si capisce pian pianino che non si è e non si sarà mai più soli, che ora l'attenzione non è più rivolta principalmente a se stessi ma ad un'altra personcina che ha tutto il diritto di ricevere il massimo delle cure. Poi il cucciolo nasce. Esperienza traumaticamente meravigliosa. Ricordo che quando stavo per lasciare l'ospedale continuavo a pensare "ma ce lo lasciano davvero? è davvero nostro?" con una sensazione strana di appropriamento indebito. Basta poco per capire che la vita non sarà mai più come prima, che bisogna rinascere da capo anche noi per un'altra volta, bisogna conoscere la nuova creatura che si ha davanti, bisogna imparare a capirla, consolarla, educarla, crescerla insomma. Mi sa che questo grande compito, il mestiere di MAMMA, non si smetterà mai di impararlo, finchè si sarà in vita. E sarà una scoperta quotidiana stupenda.
Anche cuoche si diventa. Come ci sono diventata è una storia lunga che racconterò un'altra volta. Sinteticamente è stata la scelta che ho ritenuto migliore per poter essere anche una mamma presente. Mi è piacuto subito. Questo mestiere è pieno di soddisfazioni, ma io non ho ricevuto una formazione di base: niente scuola e niente esperienza familiare, solo tanti anni di osservazione di cuochi esperti. Sto imparando a diventare cuoca, con qualche incidente di percorso che non fanno altro che stimolarmi ad andare avanti. Spero di tenermi stretto questo entusiasmo per molto.
giovedì 19 maggio 2011
Cars: somministrare almeno una volta al giorno
Che i bambini amino le abitudini e le ripetizioni è cosa nota. Ma guardare "Cars - Motori ruggenti" TUTTI i santissimi giorni mi sta portando alla pazzia. A dire il vero anche a me piaceva guardare gli stessi film da piccolina. I miei preferiti erano "Da grande" con Renato Pozzetto e "Navigator", film di fantascenza dell'89 (così mi dice wikipedia). Ma avevo sicuramente qualche anno in più di Lorenzo.
Ricordo che quando uscì il cartone al cinema, nel 2006, andai a vederlo con mio marito (che ancora non era tale) e mi piacque tantissimo. Quando il papi portò il dvd a casa, comprato in edicola, ero sicura che a Lorenzo sarebbe piaciuto molto. Ma così tanto... ecco... no... E così ci ritroviamo a passare almeno un'ora e mezza del poco tempo che abbiamo a disposizione davanti alla televisione a sentire sempre le stesse medesime battute, che sono carinissime, ma all'ennesimo ascolto iniziano a diventare nausenati. Per fortuna ultimamente non si lamenta se faccio andare avanti il dvd di qualche scena (furba io...) almeno finisce tutto prima e si va a giocare un po'.
Passerà questa dipendenza? Vi prego, ditemi di sì...
Leggo ora su wikipedia che il 22 giugno uscirà al cinema la continuazione... wow... sarà la prima volta al cinema di Lorenzo??!! Mi piacerebbe molto...
Ricordo che quando uscì il cartone al cinema, nel 2006, andai a vederlo con mio marito (che ancora non era tale) e mi piacque tantissimo. Quando il papi portò il dvd a casa, comprato in edicola, ero sicura che a Lorenzo sarebbe piaciuto molto. Ma così tanto... ecco... no... E così ci ritroviamo a passare almeno un'ora e mezza del poco tempo che abbiamo a disposizione davanti alla televisione a sentire sempre le stesse medesime battute, che sono carinissime, ma all'ennesimo ascolto iniziano a diventare nausenati. Per fortuna ultimamente non si lamenta se faccio andare avanti il dvd di qualche scena (furba io...) almeno finisce tutto prima e si va a giocare un po'.
Passerà questa dipendenza? Vi prego, ditemi di sì...
Leggo ora su wikipedia che il 22 giugno uscirà al cinema la continuazione... wow... sarà la prima volta al cinema di Lorenzo??!! Mi piacerebbe molto...
mercoledì 18 maggio 2011
Noi non siamo immortali
Ebbene sì, prima o poi dobbiamo rendercene conto: noi non siamo immortali. Anche se spesso fa molto comodo pensarlo, anzi, a volte per me è una necessità pensarlo.
Io l'ho capito il 21 ottobre 2007, ovvero quando è morto mio nonno materno. Non che prima non avessi avuto altri lutti, sia in famiglia che non. Ricordo addirittura la morte del mio bis nonno, nel 1989, avevo sei anni e sento ancora la sensazione delle lacrime che mi scendevano dagli occhi anche se schiacciavo forte la faccia contro il divano di pelle. Ricordo bene quando, in prima superiore, quindi nel lontano 1997, è morto un mio amico coetaneo per un banale incidente al campetto di calcio: fu un trauma per tutti. Ricordo la mia bis nonna, che se n'è andata nel '98 dopo una lunga sofferenza, ricordo che mi diceva che aveva paura di morire, e io cercavo di tirarla su quando a malapena riuscivo a tener su me stessa. Ricordo quando è andato in cielo il mio nonno paterno, nel 2000. Un grande colpo l'ho accusato con la scomparsa di mio suocero, un uomo meraviglioso, nel giugno del 2006, eppure la consapevolezza vera che un giorno tutto questo finirà l'ho conosciuta soltanto 4 anni fa, con la perdita di quello che è stato per me un secondo padre, una roccia di uomo, un grande lavoratore con il cuore d'oro. Lui sapeva fare tutto, lui riusciva a capire tutto, lui era davvero un uomo intelligente e aveva un fisico da combattente. Eppure il brutto male si è aggrappato a questo fisico fortissimo da cui ha acquisito una forza tale da annientarlo in 5 mesi. Non è giusto. O forse sì. Ha vissuto intensamente e altrettanto intensamente è scappato via. Mi manca tanto. Ha lasciato mia nonna da sola e, nonostante sia una donna fortissima, ha accusato il colpo e fatica a guardare davvero avanti. Me lo ha detto: i miei bambini le danno una forza impagabile. Lorenzo è nato 11 mesi dopo la morte del suo bis nonno e porta il suo magnifico nome. Gabriele con la sua dolcezza completa la gioia che solo i bambini possono regalare. Mia nonna è la mia seconda mamma. C'è un rapporto speciale con lei, arricchito ancor di più da quando è vedova.
Non so se un giorno capirò tutto questo. Ci penso quasi quotidianamente, mi faccio le stesse domande da anni. L'unica risposta che ho trovato è che devo godermi ogni attimo, ogni secondo della mia vita e della vita delle persone che mi circondano. Ho una famiglia meravigliosa e quella di mio marito lo è altrettanto. Sono molto fortunata e me ne rendo conto.
Io l'ho capito il 21 ottobre 2007, ovvero quando è morto mio nonno materno. Non che prima non avessi avuto altri lutti, sia in famiglia che non. Ricordo addirittura la morte del mio bis nonno, nel 1989, avevo sei anni e sento ancora la sensazione delle lacrime che mi scendevano dagli occhi anche se schiacciavo forte la faccia contro il divano di pelle. Ricordo bene quando, in prima superiore, quindi nel lontano 1997, è morto un mio amico coetaneo per un banale incidente al campetto di calcio: fu un trauma per tutti. Ricordo la mia bis nonna, che se n'è andata nel '98 dopo una lunga sofferenza, ricordo che mi diceva che aveva paura di morire, e io cercavo di tirarla su quando a malapena riuscivo a tener su me stessa. Ricordo quando è andato in cielo il mio nonno paterno, nel 2000. Un grande colpo l'ho accusato con la scomparsa di mio suocero, un uomo meraviglioso, nel giugno del 2006, eppure la consapevolezza vera che un giorno tutto questo finirà l'ho conosciuta soltanto 4 anni fa, con la perdita di quello che è stato per me un secondo padre, una roccia di uomo, un grande lavoratore con il cuore d'oro. Lui sapeva fare tutto, lui riusciva a capire tutto, lui era davvero un uomo intelligente e aveva un fisico da combattente. Eppure il brutto male si è aggrappato a questo fisico fortissimo da cui ha acquisito una forza tale da annientarlo in 5 mesi. Non è giusto. O forse sì. Ha vissuto intensamente e altrettanto intensamente è scappato via. Mi manca tanto. Ha lasciato mia nonna da sola e, nonostante sia una donna fortissima, ha accusato il colpo e fatica a guardare davvero avanti. Me lo ha detto: i miei bambini le danno una forza impagabile. Lorenzo è nato 11 mesi dopo la morte del suo bis nonno e porta il suo magnifico nome. Gabriele con la sua dolcezza completa la gioia che solo i bambini possono regalare. Mia nonna è la mia seconda mamma. C'è un rapporto speciale con lei, arricchito ancor di più da quando è vedova.
Non so se un giorno capirò tutto questo. Ci penso quasi quotidianamente, mi faccio le stesse domande da anni. L'unica risposta che ho trovato è che devo godermi ogni attimo, ogni secondo della mia vita e della vita delle persone che mi circondano. Ho una famiglia meravigliosa e quella di mio marito lo è altrettanto. Sono molto fortunata e me ne rendo conto.
lunedì 16 maggio 2011
I miei dolci intramontabili: Bonet e Creme Caramel
Ecco qui i miei pezzi forti: il Bonet e il Creme Caramel. Li faccio una volta alla settimana perchè sono molto richiesti e, modestamente, mi vengono molto bene. Io solitamente li faccio in contemporanea perchè hanno un procedimento molto simile e la cottura praticamente identica, oltre ad un tempo di lavorazione davvero minimo.
Iniziamo dal Bonet (che si promuncia bunet, con quella "e" inconfondibilmente piemontese): è un dolce tipico piemontese a base di cioccolato e amaretti. In quanto tipico non ha una ricetta "stabilita" (o forse sì), bensì in ogni casa si fa a modo suo. Io vi dico come lo faccio io. In un pentolino antiaderente metto due cucchiai colmi di zucchero e uno di acqua e faccio caramellare (ovvero tolgo dal fuoco quando lo zucchero è ben scuro e non fa più le bolle - occhio che fa un sacco di fumo!), quindi verso il caramello in uno stampo da plum cake. Sbatto (senza montare) 8 uova intere con 200g di zucchero e 80g di cacao amaro. Faccio bollire un litro di latte con tre manciate di amaretti (o una vaschetta di quelle confezioni doppie che si trovano al super), unisco al composto di uova, mescolo bene e verso nello stampo. Metto lo stampo in una teglia con acqua sufficiente a coprire 3/4 dello stampo e inforno a 180° per 60-70 minuti. C'è chi aggiunge una tazzina di caffè e/o un cucchiaio di brandy, ma a me piace così.
Creme Caramel: penso che anche di questo dolce esistano mille versioni, io vi dico la mia. Faccio il caramello con le stesse modalità descritte sopra. Sbatto (senza montare) 8 uova intere (preferibilmente a pasta gialla per dare un bel colore, ma vanno benissimo anche le altre - se si preferisce "colorare" un po' di più si possono utilizzare 6 uova intere e 4 tuorli) con 250g di zucchero. Faccio bollire un litro di latte con una bustina di vanillina e lo unisco alle uova. Mescolo bene e verso nello stampo. Copro lo stampo con un foglio di alluminio (senza "sigillare": deve passare aria), lo metto in una teglia con acqua sufficiente a coprire 3/4 dello stampo e inforno a 180° per 60-70 minuti (ovviamente io lo inforno con il Bunet).
Entrambi i dolci possono essere fatti in alternativa in stampini monoporzione. A me personalmente piace di più il "trancio", soprattutto per il bonet: può capitare che gli ingredienti, in particolar modo gli amaretti che tendono a venire a galla, non si distribuiscano in modo corretto negli stampini.
Buon dolce al cucchiaio!
Iniziamo dal Bonet (che si promuncia bunet, con quella "e" inconfondibilmente piemontese): è un dolce tipico piemontese a base di cioccolato e amaretti. In quanto tipico non ha una ricetta "stabilita" (o forse sì), bensì in ogni casa si fa a modo suo. Io vi dico come lo faccio io. In un pentolino antiaderente metto due cucchiai colmi di zucchero e uno di acqua e faccio caramellare (ovvero tolgo dal fuoco quando lo zucchero è ben scuro e non fa più le bolle - occhio che fa un sacco di fumo!), quindi verso il caramello in uno stampo da plum cake. Sbatto (senza montare) 8 uova intere con 200g di zucchero e 80g di cacao amaro. Faccio bollire un litro di latte con tre manciate di amaretti (o una vaschetta di quelle confezioni doppie che si trovano al super), unisco al composto di uova, mescolo bene e verso nello stampo. Metto lo stampo in una teglia con acqua sufficiente a coprire 3/4 dello stampo e inforno a 180° per 60-70 minuti. C'è chi aggiunge una tazzina di caffè e/o un cucchiaio di brandy, ma a me piace così.
Creme Caramel: penso che anche di questo dolce esistano mille versioni, io vi dico la mia. Faccio il caramello con le stesse modalità descritte sopra. Sbatto (senza montare) 8 uova intere (preferibilmente a pasta gialla per dare un bel colore, ma vanno benissimo anche le altre - se si preferisce "colorare" un po' di più si possono utilizzare 6 uova intere e 4 tuorli) con 250g di zucchero. Faccio bollire un litro di latte con una bustina di vanillina e lo unisco alle uova. Mescolo bene e verso nello stampo. Copro lo stampo con un foglio di alluminio (senza "sigillare": deve passare aria), lo metto in una teglia con acqua sufficiente a coprire 3/4 dello stampo e inforno a 180° per 60-70 minuti (ovviamente io lo inforno con il Bunet).
Entrambi i dolci possono essere fatti in alternativa in stampini monoporzione. A me personalmente piace di più il "trancio", soprattutto per il bonet: può capitare che gli ingredienti, in particolar modo gli amaretti che tendono a venire a galla, non si distribuiscano in modo corretto negli stampini.
Buon dolce al cucchiaio!
La mia scelta eco-logica: i pannolini lavabili
Quando ero incinta di Lorenzo ero ancora dipendente presso lo studio di ingegneria di Torino ma ero a casa in maternità anticipata. Quanto tempo per me che avevo, se ci penso non mi sembra vero! Siccome mio marito lavorava di sera passavamo gran parte della giornata insieme, mentre quando non c'era trascorrevo le ore su internet. Proprio girovagando su siti di maternità e gravidanza, tra le altre mille cose, ho scoperto l'esistenza dei pannolini lavabili. Devo ammettere che io non sono mai stata particolarmente ecologista, eppure questa cosa mi ha colpito subito, mi ha incuriosita e ho passato diverse ore ad informarmi su come e perchè utilizzarli. Ho comunque aspettato che nascesse il mio bambino, perchè in realtà non sapevo a cosa andavo incontro. Lorenzo è nato in piena salute e, almeno da neonato, era molto semplice da gestire: l'allattamento è partito subito bene, dormiva abbastanza, io ero al massimo della mia forza fisica e avevo un sacco di tempo per dedicarmi a lui. Dopo i primi dieci giorni, ovvero fino a quando non è caduto il moncone, ho utilizzato i pannolini usa e getta e mi sono resa conto che stavo producendo tonnellate di rifiuti. Spesso un pannolino veniva indossato per soli 5 minuti e subito sporcato, mi sembrava assurdo tutto questo. Quindi mi son convinta: utilizzerò i pannolini lavabili, o almeno ci provo. Mi sono buttata e non me ne sono mai pentita. Nonostante il cambio radicale di vita, il tempo ridotto ai minimi termini, il pannolo contemporaneo di due bimbi per 10 mesi e tutto il resto, non sono mai tornata indietro. Ho utilizzato i pannolini tradizionali in varie situazioni, non sono un'estremista, tipo in vacanza, quando i bambini vanno dai nonni, quando sono stata indietro con le lavatrici e non li ho avuti pronti, quando ci sono stati episodi di gastriti... Però sono felice ed orgogliosa innazitutto del fatto che il culetto dei miei bambini non abbia mai sofferto di eritemi, poi di aver prodotto molti meno rifiuti e, perchè no, di aver risparmiato un bel po' di soldini (in realtà il risparmio economico si è fatto evidente solo con il riutilizzo dei pannolini col secondo bambino, visto che, presa da una smania di shopping, ho comprato davvero molte cose... ma questo è un altro discorso).
Una piccola cosa che, non so perchè, mi fa sentire bene!
Una piccola cosa che, non so perchè, mi fa sentire bene!
domenica 15 maggio 2011
Lo spannolo di Lorenzo, seconda parte: successo quasi immediato
Eccoci, passa l'inverno e, almeno secondo il calendario, inizia la primavera. Ogni tanto butto lì l'idea di togliere il pannolino a Lorenzo ma ricevo sempre un rifiuto categorico. Mi dò un limite: Pasqua, ovvero il 24 aprile. Dopo quella data cercherò un piano d'azione. Arriva il fatitico momento, temporeggio su pasquetta e martedì sera, all'arrivo dall'asilo, tolgo il pannolino a Lorenzo. DISASTRO. Il menefreghismo che manifesta per l'argomento è a dir poco spiazzante. Non ce la posso fare, no davvero. Tengo duro. Mercoledì sera: via pannolino, pozze di pipì in ogni angolo, giovedì, venerdì, sabato... Domenica ha un pranzo in campagna, c'è da divertirsi, non ho proprio voglia di star dietro ai pantaloni bagnati di Lorenzo. Pannolino indossato e tanti saluti. Al lunedì sera non ci provo più, sono stremata da questa storia. Al venerdì pomeriggio vado a predere i bambini al nido e parlo con l'educatrice davanti agli occhi di Lorenzo "Il pannolino secondo te lo togliamo ai 18 anni?" e lei: "Ma guarda che Lorenzo ha capito benissimo il meccanismo perchè qui quando vuole la fa sul gabinetto". Poi rivolto a lui: "Senti, le tue compagne, Letizia e Sofia, il pannolino non ce l'hanno più. Adesso basta pannolino, lunedì ti voglio con le mutandine!". Lui sembra assolutamente indifferente. Arrivo a casa e glielo tolgo. PERFETTO. Chiama per pipì e popò. Lo metto per la notte e lo bagna poco, domenica perfetto, lunedì lo mando al nido con una borsa contenete 3 cambi: non si bagna nemmeno una volta. E così tutta la settimana. Oggi è domenica e non sono stati registrati incidenti. Per sicurezza gli metto il pannolino per il sonnellino pomeridiano ed è quasi sempre asciutto, mentre di notte a volte è zuppo altre quasi asciutto. Ma non mi importa, per quello c'è tempo.
Ancora una volta Lorenzo mi ha dimostrato che le cose deve deciderle LUI, sempre e comunque. E prima o poi dovrò farmene una ragione.
Ancora una volta Lorenzo mi ha dimostrato che le cose deve deciderle LUI, sempre e comunque. E prima o poi dovrò farmene una ragione.
sabato 14 maggio 2011
Torta di fragole e crema chantilly
Questa torta mi dà molte soddisfazioni, è scenografica e con una preparazione semplice anche se non velocissima.
La base è di pan di spagna. Ingredienti: 75g di farina, 75g di fecola di patate, 1 busta di vanillina, 150 g di zucchero e 4 uova. Io metto le uova intere e lo zucchero nel robot da cucina con la frusta e lascio montare il tutto per 10 minuti alla massima velocità. Trascorso questo tempo aggiungo la farina, la fecola e la vanillina e continuo a montare per 2 minuti a media velocità. Verso il composto in una tortiera imburrata da 22 cm di diametro, inforno a 180° per 40 minuti.
Per la crema chantilly preparo prima la crema pasticcera. Ingredienti: 3 tuorli d'uovo, 20g di farina, 50g di zucchero, 300ml di latte. Sbatto tuorli, farina e zucchero. Faccio bollire il latte. Tolgo dal fuoco, aggiungo il composto di tuorli, rimetto sul fuoco, faccio bollire e poi raffreddare. Quindi monto 600ml di panna con 100g di zucchero e, quando inzia ad essere cremosa, inglobo la crema pasticcera.
Quindi pulisco 500g di fragole, metà delle quali, le meno belle, le taglio a pezzi piccoli, le metto in una ciotola con un cucchiaio di zucchero e uno di limone. Le altre le taglio a fettine, lasciandone due da parte. Taglio in due il pan di spagna, lo bagno con il succo che si forma dalle fragole a pazzettini, stendo uno strato di crema chantilly sulla base inferiore e sopra ad esso le fragole a pezzetti. Appoggio lo strato superiore di pan di spagna e copro il tutto, compresi i lati, con uno strato di crema chantilly aiutandomi con una spatola. Quindi guarnisco la parte superiore della torta con le fragole a pezzetti e decoro con la crema chantilly usando una tasca da pasticcere. Infine metto sul fuoco le due fragole rimanenti frullate con due cucchiai di acqua e ci sciolgo un foglio di colla di pesce. Con un pennello lucido le fragole sulla torta utilizzando questo sciroppo.
Ecco fatto!
La base è di pan di spagna. Ingredienti: 75g di farina, 75g di fecola di patate, 1 busta di vanillina, 150 g di zucchero e 4 uova. Io metto le uova intere e lo zucchero nel robot da cucina con la frusta e lascio montare il tutto per 10 minuti alla massima velocità. Trascorso questo tempo aggiungo la farina, la fecola e la vanillina e continuo a montare per 2 minuti a media velocità. Verso il composto in una tortiera imburrata da 22 cm di diametro, inforno a 180° per 40 minuti.
Per la crema chantilly preparo prima la crema pasticcera. Ingredienti: 3 tuorli d'uovo, 20g di farina, 50g di zucchero, 300ml di latte. Sbatto tuorli, farina e zucchero. Faccio bollire il latte. Tolgo dal fuoco, aggiungo il composto di tuorli, rimetto sul fuoco, faccio bollire e poi raffreddare. Quindi monto 600ml di panna con 100g di zucchero e, quando inzia ad essere cremosa, inglobo la crema pasticcera.
Quindi pulisco 500g di fragole, metà delle quali, le meno belle, le taglio a pezzi piccoli, le metto in una ciotola con un cucchiaio di zucchero e uno di limone. Le altre le taglio a fettine, lasciandone due da parte. Taglio in due il pan di spagna, lo bagno con il succo che si forma dalle fragole a pazzettini, stendo uno strato di crema chantilly sulla base inferiore e sopra ad esso le fragole a pezzetti. Appoggio lo strato superiore di pan di spagna e copro il tutto, compresi i lati, con uno strato di crema chantilly aiutandomi con una spatola. Quindi guarnisco la parte superiore della torta con le fragole a pezzetti e decoro con la crema chantilly usando una tasca da pasticcere. Infine metto sul fuoco le due fragole rimanenti frullate con due cucchiai di acqua e ci sciolgo un foglio di colla di pesce. Con un pennello lucido le fragole sulla torta utilizzando questo sciroppo.
Ecco fatto!
Lo spannolo di Lorenzo, prima parte: esperimento fallito...
Quando è nato Gabriele ho deciso di staccare un pochino dal lavoro (pur non lasciandolo del tutto) e dedicarmi al piccolo per avviare un buon allattamento e godermi la meraviglia di un neonato tra le braccia il più possibile. Ho avuto la possibilità di stare di più anche con Lorenzo, che aveva solo 21 mesi. Iniziava a parlare benino e ad incuriosirsi a un po' tutto quello che gli spiegavo. Complice un neonato da manuale (mangia-dorme), ho pensato che sarebbe stato il momento di togliere il pannolino al mio ometto. Detto fatto. Spiegazione sul vasino, dimostrazione pratica con mamma accovacciata, mutandine ed una serie di pipì asciugate in ogni angolo della casa. Ma dopo soli un paio di giorni Lorenzo ha capito: ecco le sue prime pipì e qualche popò nel vasino, bravissimo! Azzardo di portarlo al nido senza pannolino e, nonostante le titubanze iniziali delle educatrici, dopo qualche giorno ricevo un sacco di complimenti per il successo ottenuto così velocemente. Perfetto. Per due mesi. Gabriele cresce e forse Lorenzo finalmente capisce che ha un fratello, che interagisce ed ha bisogno di qualche attenzione in più, e per giunta ritorno al lavoro. Vuoi la concomitanza di tutto questo, vuoi che doveva andare così e basta... ecco la regressione più assoluta. Un disastro vero. Si aggiunge a tutto questo lo scoppio dei terrible two e di conseguenza un mio semi-esaurimento nervoso, stavo vivendo un incubo. Ho tenuto duro due mesi, due mesi di lavatrici e spazzoloni per il pavimento. Il nido mi è stata accanto, hanno avuto tanta pazienza e lo hanno cambiato 4-5 volte al giorno. Ma niente, non c'erano segnali di miglioramento, non ne voleva più sapere. Penso che avesse trovato un modo per attirare l'attenzione. Perfetto, ma io stavo davvero dando i numero. Basta. Cavolo, ha appena due anni, rimettiamo il pannolino e pazienza, riproveremo in prmavera. Che sollievo! Ci siamo dimenticati della faccenda per 6 meravigliosi mesi, in cui ho cercato di raccogliere i pezzi della mia lucidità mentale, ho affrontato lo svezzamento di Gabriele, ho ripreso il pieno ritmo del lavoro, e ancora una volta la nostra famiglia è cresciuta un pochino.
mercoledì 11 maggio 2011
Ingegneristicamente mamma
A settembre 2008 è nato il mio primo figlio, Lorenzo, con 15 giorni d'anticipo sulla data presunta parto, e già da lì avrei dovuto capire che nella vita avrebbe sempre e comunque fatto quel che avrebbe voluto e quando lo avrebbe voluto LUI.
Da buona studentessa studiosa mi sono preparata molto bene all'arrivo del cucciolo, ho letto molti libri a proposito della maternità, alcuni davvero illuminanti, altri pieni di belle parole poco applicabili nella pratica. Mio figlio è nato con un bel caratterino e tutte le mie certezze più o meno matematiche sono cadute inesorabilmente una dopo l'altra. Ho capito molto presto che due più due non fa sempre quattro quando si ha a che fare con i bambini. Ringrazio il cielo ogni giorno di avere il dono della salute, sia per me che per la mia famiglia, e questo è l'importante. Ma da lì in poi tutta questa grande "naturalezza" e questo "istinto" nel fare la mamma io proprio non li ho sentiti. La mia inossidabile sicurezza per la quale ad una causa segue un effetto si è sgretolata nel giro di pochi giorni dopo il parto. Sono sempre stata molto serena nei miei gesti e nelle mie scelte, ma quel che Lorenzo mi ha insegnato in due anni e mezzo di vita è che non riuscirò mai a imporre le mie scelte a nessuno, tanto meno a lui. Lui ha deciso come e quando svezzarsi, lui ha deciso quando iniziare a giocare da solo, lui ha deciso quando togliere il pannolino e spero che un giorno lui decida anche di dormire da solo.
A luglio 2010 è arrivato il fratellino, Gabriele, il mio secondo insegnante di vita. Sono passati meno di due anni dal primo parto ma sono già una persona diversa. Pensavo di aver capito che essere mamma vuol dire abbandonare ogni tipo di razionalità, a partire dall'amore incommensurato che si prova per una creatura cresciuta nel proprio ventre e data alla luce con una forza che nemmeno pensavo esistesse. Ma presto scopro che ho ancora tanto tanto da imparare. Devo ammettere che Gabriele è un bambino obiettivamente più "facile" rispetto al fratello, ha un carattere decisamente più pacato. Eppure ogni giorno anche con lui è una scoperta e sopratutto c'è una grande differenza tra essere madre di un figlio unico ed essere madre di due fratelli. Gli equilibri cambiano completamente e tutti i bei libri letti (e ri-letti in occasione della seconda gravidanza) risultano pieni di ideali molto affascinanti ma poveri di consigli concreti. Forse perchè poi di consigli universali non ce ne sono e ogni mamma deve riusire a capire da sè dove trovare il proprio equilibrio famigliare. Ammesso che esista...
Da buona studentessa studiosa mi sono preparata molto bene all'arrivo del cucciolo, ho letto molti libri a proposito della maternità, alcuni davvero illuminanti, altri pieni di belle parole poco applicabili nella pratica. Mio figlio è nato con un bel caratterino e tutte le mie certezze più o meno matematiche sono cadute inesorabilmente una dopo l'altra. Ho capito molto presto che due più due non fa sempre quattro quando si ha a che fare con i bambini. Ringrazio il cielo ogni giorno di avere il dono della salute, sia per me che per la mia famiglia, e questo è l'importante. Ma da lì in poi tutta questa grande "naturalezza" e questo "istinto" nel fare la mamma io proprio non li ho sentiti. La mia inossidabile sicurezza per la quale ad una causa segue un effetto si è sgretolata nel giro di pochi giorni dopo il parto. Sono sempre stata molto serena nei miei gesti e nelle mie scelte, ma quel che Lorenzo mi ha insegnato in due anni e mezzo di vita è che non riuscirò mai a imporre le mie scelte a nessuno, tanto meno a lui. Lui ha deciso come e quando svezzarsi, lui ha deciso quando iniziare a giocare da solo, lui ha deciso quando togliere il pannolino e spero che un giorno lui decida anche di dormire da solo.
A luglio 2010 è arrivato il fratellino, Gabriele, il mio secondo insegnante di vita. Sono passati meno di due anni dal primo parto ma sono già una persona diversa. Pensavo di aver capito che essere mamma vuol dire abbandonare ogni tipo di razionalità, a partire dall'amore incommensurato che si prova per una creatura cresciuta nel proprio ventre e data alla luce con una forza che nemmeno pensavo esistesse. Ma presto scopro che ho ancora tanto tanto da imparare. Devo ammettere che Gabriele è un bambino obiettivamente più "facile" rispetto al fratello, ha un carattere decisamente più pacato. Eppure ogni giorno anche con lui è una scoperta e sopratutto c'è una grande differenza tra essere madre di un figlio unico ed essere madre di due fratelli. Gli equilibri cambiano completamente e tutti i bei libri letti (e ri-letti in occasione della seconda gravidanza) risultano pieni di ideali molto affascinanti ma poveri di consigli concreti. Forse perchè poi di consigli universali non ce ne sono e ogni mamma deve riusire a capire da sè dove trovare il proprio equilibrio famigliare. Ammesso che esista...
Il nostro terzo anniversario
Ebbene sì, sono passati 3 anni da quel 10 maggio 2008 in cui io e mio marito ci siamo detti SI'. Mi sembra ieri... eppure sono successe tantissime cose. Due figli e un'attività insieme, mica male!
Ricordo quel giorno in ogni particolare: la notte passata nel mio letto singolo, la sveglia all'alba, la corsa dal parrucchiere che è arrivato in un ritardo pazzesco (se fossi stata una di quelle spose sclerate lo avrei ucciso, invece ero talmente felice quel giorno che non mi importava), l'abito finalmente indossato, l'uscita da casa e la bocca spalancata dei parenti e degli amici per il colore del vestito (granata - e non centra con la squadra), l'aperitivo, le foto, il viaggio in auto con la strada chiusa per il rally, mio marito bellissimo che mi aspetta all'altare, mio papà emozionato che mi ci accompagna, una bella cerimonia, la cantante lirica, il lancio del riso mal venuto, di nuovo foto, aperitivo con marito e fotografo, ristorante, foto con la torta a profitterolles, la musica orribile, la buona cena, poi la notte passata in una meravigliosa stanza d'albergo, il giorno dopo da mia nonna a continuare la festa... bellissimi ricordi che rimaranno sempre nel mio cuore.
3 anni e non sentirli, innamorata come e più di prima, felice.
Ricordo quel giorno in ogni particolare: la notte passata nel mio letto singolo, la sveglia all'alba, la corsa dal parrucchiere che è arrivato in un ritardo pazzesco (se fossi stata una di quelle spose sclerate lo avrei ucciso, invece ero talmente felice quel giorno che non mi importava), l'abito finalmente indossato, l'uscita da casa e la bocca spalancata dei parenti e degli amici per il colore del vestito (granata - e non centra con la squadra), l'aperitivo, le foto, il viaggio in auto con la strada chiusa per il rally, mio marito bellissimo che mi aspetta all'altare, mio papà emozionato che mi ci accompagna, una bella cerimonia, la cantante lirica, il lancio del riso mal venuto, di nuovo foto, aperitivo con marito e fotografo, ristorante, foto con la torta a profitterolles, la musica orribile, la buona cena, poi la notte passata in una meravigliosa stanza d'albergo, il giorno dopo da mia nonna a continuare la festa... bellissimi ricordi che rimaranno sempre nel mio cuore.
3 anni e non sentirli, innamorata come e più di prima, felice.
lunedì 9 maggio 2011
Ingegneristicamente
Termine un po' ottuso ma ottimo per descrivere ciò che voglio esprimere. Innanzitutto sono laureata in ingegneria civile, specializzata in strutture. Che detto così fa molto figo. In realtà ho studiato l'unica cosa che avrei potuto studiare: ingegneria. Io sono una mente estremamente razionale e concreta. Amo la matematica. Due più due fa sempre e comunque quattro, da qualsiasi parte lo si possa o voglia vedere. Ho trascorso 5 anni a fare la pendolare tra la provincia più profonda e la città, Torino. Sono stati 5 anni pieni di alti e bassi, con gioie e dolori, ma soprattutto ricchi di esperienza che custodirò per sempre nel mio cuore. Ho studiato un sacco di cose interessanti (e altre molto meno), mi è piaciuto tantissimo, e, seppur non dimentico quante volte ho detto "non vedo l'ora che finisca tutto", ho un ricordo dolcissimo sia del Politecnico che della studentessa che ero lì dentro. Ho conseguito la laurea breve in 3 anni con il voto di 110, e in altri 2 anni ho preso la specializzazione con 108, insomma, me la cavavo. 15 giorni dopo la laurea ho iniziato a lavorare in uno studio di ingegneria e mi è crollato il mondo addosso: questo è il lavoro che mi aspetta??!! No no no, in tre mesi ero sull'orlo della depressione, chiusa in un ufficio di 10 metri quadrati, con le solite quattro persone accanto a me e un computer come unico interlocutore per 8 ore al giorno?! Non ce la potevo davvero fare.
Dopo solo un mese di lavoro scopro che, al primo tentativo, il cucciolo che stavamo cercando e desiderando era arrivato e stava crescendo dentro di me. Stavo diventando mamma. Una gioia infinita. Per fortuna la ginecologa mi mette a riposo e così addio lavoro deprimente, e inizia una nuova avventura: divento mamma.
Ecco che l'ingegnere che sta in me perde ogni tipo di razionalità e concretezza. Il mondo gira esattamente dalla parte opposta rispetto a come ha fatto fin'ora, e, come tutte le mamme del mondo, ho dovuto scoprire (e sto ancora scoprendo) il mio modo di fare la mamma: è così che sono diventata ingegneristicamente mamma!
Dopo solo un mese di lavoro scopro che, al primo tentativo, il cucciolo che stavamo cercando e desiderando era arrivato e stava crescendo dentro di me. Stavo diventando mamma. Una gioia infinita. Per fortuna la ginecologa mi mette a riposo e così addio lavoro deprimente, e inizia una nuova avventura: divento mamma.
Ecco che l'ingegnere che sta in me perde ogni tipo di razionalità e concretezza. Il mondo gira esattamente dalla parte opposta rispetto a come ha fatto fin'ora, e, come tutte le mamme del mondo, ho dovuto scoprire (e sto ancora scoprendo) il mio modo di fare la mamma: è così che sono diventata ingegneristicamente mamma!
Oggi apro il mio blog
Mi hanno sempre affascinato i blog. Ma da totale analfabeta in materia di internet mi chiedevo cosa diavolo aveva la gente da scrivere e soprattutto a chi diavolo interessava leggere i pensieri confusi di persone sconosciute. Al primo dubbio ho trovato una spiegazione anche grazie ad una mia amica virtuale, da poco blogger: si scrive perchè ci si rilassa e così si tiene una specie di diario. Eh già, mica si usano più quelle cose chiamate carta e penna! Ora anche il diario è virtuale, e pensandoci in effetti chi ha più voglia di impugnare una Bic per scrivere su agende che finiranno chissà dove impolverate in un agolino della soffitta?! Mi è piaciuta l'idea di un diario virtuale: scrivo, mi rilasso, quando ho voglia di rileggermi apro il computer e lo faccio in un attimo e quando mai avrò la necessità di avere i miei pensieri su un supporto cartaceo userò la stampate, oppure le mie parole si perderanno per sempre nell'infinità della rete e pazienza. Sul secondo punto, ovvero del chi e del perchè qualcuno dovrebbe interessarsi di quel che scrivo, non ho trovato risposta, ma nemmeno mi interessa molto: se qualcuno vorrà leggermi bene, e avrà i suoi buoni motivi per farlo, mi farà piacere sapere che qualcuno si rispecchia in me e in quello che scrivo. Se a nessuno interesserà non importa, ho volgia di scrivere per me e forse per i miei figli, sempre che anche a loro interesserà mai leggermi...
Benissimo, quindi eccomi, via all'avventura...
Benissimo, quindi eccomi, via all'avventura...
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