mercoledì 11 maggio 2011

Ingegneristicamente mamma

A settembre 2008 è nato il mio primo figlio, Lorenzo, con 15 giorni d'anticipo sulla data presunta parto, e già da lì avrei dovuto capire che nella vita avrebbe sempre e comunque fatto quel che avrebbe voluto e quando lo avrebbe voluto LUI.
Da buona studentessa studiosa mi sono preparata molto bene all'arrivo del cucciolo, ho letto molti libri a proposito della maternità, alcuni davvero illuminanti, altri pieni di belle parole poco applicabili nella pratica. Mio figlio è nato con un bel caratterino e tutte le mie certezze più o meno matematiche sono cadute inesorabilmente una dopo l'altra. Ho capito molto presto che due più due non fa sempre quattro quando si ha a che fare con i bambini. Ringrazio il cielo ogni giorno di avere il dono della salute, sia per me che per la mia famiglia, e questo è l'importante. Ma da lì in poi tutta questa grande "naturalezza" e questo "istinto" nel fare la mamma io proprio non li ho sentiti. La mia inossidabile sicurezza per la quale ad una causa segue un effetto si è sgretolata nel giro di pochi giorni dopo il parto. Sono sempre stata molto serena nei miei gesti e nelle mie scelte, ma quel che Lorenzo mi ha insegnato in due anni e mezzo di vita è che non riuscirò mai a imporre le mie scelte a nessuno, tanto meno a lui. Lui ha deciso come e quando svezzarsi, lui ha deciso quando iniziare a giocare da solo, lui ha deciso quando togliere il pannolino e spero che un giorno lui decida anche di dormire da solo.
A luglio 2010 è arrivato il fratellino, Gabriele, il mio secondo insegnante di vita. Sono passati meno di due anni dal primo parto ma sono già una persona diversa. Pensavo di aver capito che essere mamma vuol dire abbandonare ogni tipo di razionalità, a partire dall'amore incommensurato che si prova per una creatura cresciuta nel proprio ventre e data alla luce con una forza che nemmeno pensavo esistesse. Ma presto scopro che ho ancora tanto tanto da imparare. Devo ammettere che Gabriele è un bambino obiettivamente più "facile" rispetto al fratello, ha un carattere decisamente più pacato. Eppure ogni giorno anche con lui è una scoperta e sopratutto c'è una grande differenza tra essere madre di un figlio unico ed essere madre di due fratelli. Gli equilibri cambiano completamente e tutti i bei libri letti (e ri-letti in occasione della seconda gravidanza) risultano pieni di ideali molto affascinanti ma poveri di consigli concreti. Forse perchè poi di consigli universali non ce ne sono e ogni mamma deve riusire a capire da sè dove trovare il proprio equilibrio famigliare. Ammesso che esista...

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